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rassegna stampa  
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La cerimonia di saluto della brigata che comprende anche i Lancieri di Codroipo e i Guastatori di Udine

La "Pozzuolo" torna in Libano

In partenza 2100 uomini a cui si uniranno altri 1700 della forza multinazionale

I cavalieri non cantano quando marciano. I lagunari e i guastatori sì. Intonano l'inno del loro reggimento con voce fiera e petto in fuori. Impeccabili. La forma, nella Brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli è sostanza. E quel certo "non so che" che contraddistingue l'arma a cavallo si trasmette anche ai "fanti da mar" del reggimento d'élite Serenissima di Mestre, e ai ragazzi abituati a maneggiare ruspe e esplosivi come i Guastatori del 3° Reggimento di stanza a Udine. I lancieri di Novara, che "abitano a Codroipo" dominano la piazza d'armi della caserma "Montesanto" che ospita il reparto comando e supporti tattici della brigata con autorevolezza. Accanto a loro le rappresentanze dei reparti che completano il contingente italiano che sarà rischierato in Libano per la missione "Leonte 5" in Libano: l'11° reggimento trasmissioni, il 1° e 24° reggimento di manovra, assetti del 1° reggimento Granatieri di Sardegna, del savoia Cavalleria, del 7° reggimento Nbc (protezione nucleare, biologica e chimica), del 185 paracadutisti acquisizione obiettivi, del 33° reggimento Guerra Elettronica, dei carabinieri e del Cimic group South. In tutto circa 2100 uomini che in Libano si uniranno ad altri 1700 forniti da Corea Del Sud, Francia, Ghana e Slovenia, tutti ai comandi del generale comandante della Pozzuolo, Flaviano Godio.

L'ennesima cerimonia di saluto, quindi, a una cittadinanza regionale che è sempre molto vicina ai militari, affiancandoli con attività umanitarie e soprattutto fornendo un sostegno morale estremamente importante. Ma nulla nelle celebrazione formale è già visto e scontato. «Siamo come quegli studenti che hanno tanto studiato per un esame e non vedono l'ora di sostenerlo», dice il generale Godio, mentre il comandante del primo comando forze operative, Fod (di cui fa parte la Pozzuolo), generale di corpo d'armata Mario Marioli esalta «La flessibilità della brigata che è preparata a un compito delicato, dove è necessario equilibrio e sensibilità culturali, con tutti gli occhi del mondo puntati addosso». «Da voi - ha concluso il suo discorso - dipende il prestigio del nostro Paese».

Un prestigio messo in buone mani, come testimoniano i riconoscimenti che sono stati consegnati durante la cerimonia a due ufficiali della Brigata. Il colonnello Giorgio Bertini ha ricevuto l'encomio solenne per il suo lavoro di capo cellula J4 dello stato maggiore della Joint Task force, un ruolo delicato nell'ambito dei servizi logistici, mentre il tenente colonnello Roberto Di Giorgio ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città libanese di Tiro per la grande umanità e professionalità nell'attività Cimic (cooperazione civile-militare).

La Pozzuolo del Friuli, unica brigata di cavalleria dell'Esercito, ha ormai consolidato le proprie esperienze in ambito internazionale dopo le missioni in Kosovo, Afghanistan e Irak. Dotata di moderni armamenti ed equipaggiamenti (blindo pesanti Centauro, leggere da esplorazione Puma, veicoli blindati Lince), è in grado di assolvere molteplici compiti grazie alla versatilità d'impiego dei propri reparti, potendo contare oltre che su dragoni e lancieri, sui lagunari e sulle molte specialità dei guastatori, tra le quali la componente cinofila per la scoperta degli esplosivi, quella anfibia, recentemente acquisita oltre alle peculiarità del genio.

Umberto Sarcinelli

 

  
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Estratto da Il Gazzettino, 11 ottobre 2008.

  
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