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rassegna stampa  
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I disobbedienti smontano il palco, banda zittita

I giovani dei centri sociali occupano piazza Ferretto, obbligando la filarmonica di Tessera a non tenere il previsto concerto

 

Mestre

Volendo parlare della prima giornata del sesto Raduno dei Lagunari in termini calcistici, quello di ieri è stato pareggio tra le forze in campo. Da una parte l'Alta - Associazione Lagunari e truppe anfibie - è riuscita a mandare il messaggio di una manifestazione civile e coinvolgente. Dall'altra i disobbedienti non hanno perso occasione per replicare con azioni di disturbo chirurgiche, ispirate dai principi del pacifismo militante. Se a fare da cuscinetto sono state le forze politiche, con il centrodestra schierato a favore della manifestazione e la giunta ulivista pronta a dividersi ad arte tra complici e pompieri, il successo è alla fine della città di Mestre. Che si scopre così "grande" - nel senso cosmopolita del termine - da dare voce agli uni e agli altri, pur con inevitabili incidenti di percorso, limitati al minimo dall'impeccabile servizio d'ordine svolto dalle forze dell'ordine.

Il copione è stato chiaro subito, cioè qualche minuto prima delle tre. Quando, approfittando della concentrazione di polizia in piazza Candiani per la cerimonia inaugurale del Raduno - officiata dal ministro Gasparri - pattuglie "commandos" dei disobbedienti hanno dato l'assalto indisturbate al palco allestito in piazza Ferretto per la parata di stamane. L'azione è stata rapida quanto accurata, permettendo ai giovani dei centri sociali di smontare senza problemi l'intera struttura. A sorvegliarli a distanza erano i poliziotti della Questura, che bene hanno fatto a non intervenire, preferendo circondare con discrezione l'area, e tenendo da quel momento sotto controllo i circa 150 disobbedienti arroccatisi nel centro della piazza, dove hanno innalzato le bandiere delle pace al posto dei tricolori, e approntato una mostra fotografica dedicata agli orrori della guerra in Iraq.

Dalle tre fino all'ora dell'aperitivo, il sabato pomeriggio dei mestrini usciti per le rituali vasche in centro, si è così svolto senza alcuna variazione rispetto al solito. Chi aveva voglia di fermarsi in piazza Ferretto, poteva caso mai seguire con attenzione il teatrino andato in scena dopo il blitz dei disobbedienti. Assente il sindaco, è stato il suo vice Michele Mognato ad assumersi un ingrato ruolo da "filtro" tra Lagunari , dirigenti di Polizia e disobbedienti, nel cui campo si aggirava senza farne mistero (come d'altra parte annunciato) l'assessore verde alle politiche sociali, Beppe Caccia. Per la gran parte ignari di tutto ciò, i giovani dei centri sociali hanno innescato musica reggae e tutto volume e inscenato animazioni da strada sul tema della guerra, mentre il loro leader Luca Casarini dichiarava: «Con questa manifestazione intendiamo ribadire il nostro no alle parate militari inscenate dai Lagunari mentre la guerra in Iraq continua a mietere vittime quasi esclusivamente nella popolazione civile». Casarini sembrava poi dirsi appagato dell'effetto-diserzione centrato dallo show mediatico messo in scena ieri, annunciando per la sfilata odierna una sorta di non belligeranza. «Domani (oggi per chi legge, ndr), la protesta sarà affidata a eventuali iniziative individuali» concludeva.

A fare le spese dell'ultima azione di massa perpetrata dagli autonomi sarebbe così stata la Banda di Tessera, zittita prima ancora di cominciare il concerto previsto a chiusura della prima giornata. Nulla di personale con i filarmonici diretti da Tatiana Marian - spiegano i disobbedienti - solo l'invito a suonare marcette militari fuori da una piazza ieri in mano ai pacifisti. Lunghi conciliaboli tra rappresentanti dell'Alta, suonatori e funzionari di polizia - vicequestore Enzo Margagliotti in testa - sortiscono alla fine la mesta ritirata degli orchestrali con tromboni e clarini ripiegati. L'epilogo è tutto per i politici, con il sindaco Paolo Costa che condanna quanto avvenuto in piazza Ferretto, e invita l'assessore Caccia a prendere le responsabilità delle proprie scelte. Qualora queste ci fossero, il consigliere comunale Gabriele Senno (Forza Italia), annuncia un conto pronto anche per lui e la giunta: «Gli ottomila euro - dichiara - spesi per rifare il palco».

 

 

 

 

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Estratto da Il Gazzettino, 31 ottobre 2004.

  
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