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INNO dei LAGUNARI

  
      
  

 

ANALISI STORICA DELL'INNO DEI LAGUNARI

 

“Come a Lissa, così a Premuda, impugneremo la spada nuda…”, come tutti noi Lagunari sappiamo, queste sono versi del nostro inno reggimentale.

Cosa poi Lissa e Premuda in pratica significhino per i Lagunari, me lo sono chiesto molte volte e quindi per non rimanere nell’ignoranza più crassa, ho indagato e scoperto che la cosa si rivela particolarmente complessa e per certi versi sorprendente.

Ad uso dei pochissimi Lagunari distratti e presi da cose meno “glorificanti” degli inni e che non conoscano le vicende di Lissa e Premuda, dopo consultazioni approfondite sulle vicende dei tempi, direi che le due località richiamate, hanno a che fare con la nostra specialità… solo per vie “traverse”.

In primis, perché i fatti si svolgono, nel 1866 per Lissa e nel 1918 per Premuda, e come ci è ben noto i Lagunari vengono assemblati nel loro primo impianto, nel 1951.

Ne, da superficiali conoscenze storiche, è dato sapere nei fatti concernenti le due località adriatiche, se si potesse ravvisare una qualche azione con la partecipazione dei nostri precursori, in azione di guerreggiato sbarco anfibio.

E per altro se questi precursori si individuassero nel Battaglione San Marco che in verità venne appellato tale nel 1919, si debba comunque considerare che noi non troviamo origine da loro ma fu il San Marco che ingrossò le fila del Settore Forze Lagunari prima in aggregazione e poi come vera e propria “fusione” vista la soppressione in quegli anni del dopoguerra, del celeberrimo reparto di Fanteria di Marina.

Andando per esclusione e quindi accantonando i fatti di Premuda che vedremo in breve poi, fatti che vedono da parte italiana l’impiego esclusivo di mezzi navali leggeri e nella fattispecie i Mas,  contatti con la terra ferma, non sembra ve ne siano stati almeno nei testi da me consultati, per cui non resta che ipotizzare la partecipazione di unità di Fanteria di Marina italiane sull’isola di Lissa, la più esterna  delle isole che fronteggiano Spalato (ora Split), sulla costa della Dalmazia.

Ed andiamo, per attuare un esame approfondito degli storici avvenimenti, alle cronache del tempo partendo proprio da Lissa.

Dopo quattro giorni dalla dichiarazione della Terza Guerra d’Indipendenza contro l’Austria-Ungheria, l’esercito unitario le prende in una battaglia che di per se non è una grave sconfitta militare ma è uno smacco morale a livello politico; quindi, il 24 giugno del 1866 le buschiamo a Custozza nelle vicinanze di Verona.

Il Governo presieduto dal barone Riccasoli, ritiene di minimizzare la sconfitta terrestre, provando con il versante marino ed incarica il comandante della Marina Militare Unitaria, Ammiraglio Persano, di “sbarazzarsi” della flotta nemica in Adriatico.

Dopo varie crociere su e giù per l’Adriatico, la nostra Marina non riesce ad incocciare nessun naviglio nemico; stizzito del fatto, il Ministro della Marina Depretis si presenta da Persano con un’idea che consiste nel prendere la base fortificata sita nell’Isola di Lissa, previo bombardamento, e concludere con sbarco e presa delle fortificazioni comandate del colonnello austro-ungarico Urs von Morgina.

Vuoi vedere, mi dico, che con lo sbarco e presa a terra delle fortificazioni, spunterà una connessione con noi.

Invece constato che la cosa ebbe un evolversi molto ma molto al largo e di “sbarco” neanche l’ombra, con un prosieguo totalmente infausto per la flotta unitaria, tant’è che l’ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff al comando della flotta austro-ungarica alla fonda a Pola, non si lascia scappare l’occasione di precipitarsi sull’ammasso di navi italiane che stanno cannoneggiando svogliatamente e”ronzando” attorno a Lissa; l’austriaco manifesta al proprio stato maggiore la non tanto nascosta convinzione di farsi un bel bocconcino di cotanti mediocri comandanti “italiani”.

Il 20 luglio 1866 la partita inizia alle ore 07,50 nello specchio davanti a Lissa e dopo l’intera giornata di mazzate varie, la flotta italiana all’incirca alle ore 22,00 viene orbata di due navi affondate e di seicentoquaranta marinai annegati con esse, più aggiungasi otto morti e quaranta feriti in combattimento, mentre gli austriaci limitano i danni a “soli” trentotto morti e centotrentotto feriti.

Un anno dopo l’ammiraglio Persano verrà processato per la sconfitta che aveva evidenziato tragiche manchevolezze nel comportamento dei responsabili  italiani.

Quindi la domanda che ci facciamo è: perché mai ci fregiamo nel nostro inno dei fatti di Lissa che per la Marina Unitaria Italiana, fu un tracollo?

Ed ancora: che attinenze ci sono con un reparto come il nostro, visto che di “prese di terra” proprio non ve ne furono?

Il materiale bibliografico gentilmente concessomi dal Lagunare Livio Pietrasanta, suggerisce allora di prendere la cosa da un’altra angolatura: se ci rifacciamo ad una vittoria marinara e questa per gli italiani non fu, vediamo di capire perché un successo degli austro-ungarici ci inorgoglisce talmente da iscriverla nel nostro inno.

La marina militare austro-ungarica era in pratica la Marina Veneta!

Anzi, visto che il Veneto era in tale data, austriaco (vi ricordate il Lombardo-Veneto…di scolastica reminescenza), addirittura certi storici austriaci parlano di Marina Austro -Veneta.

Lo stesso ammiraglio von Tegetthoff  studia al Collegio marinaro di Venezia ed è costretto ad impararsi la lingua veneta perché gli equipaggi della flotta, comunicavano a bordo delle navi in questa lingua.

Di contro la Marina “unitaria”, di unitario non aveva niente perché rivalità e gelosie tra le tre componenti, la marina sarda, quella napoletana e quella siciliana (garibaldina), spiccavano grandemente.

E dalle cronache veniamo a sapere che quando l’ammiraglio “austro-veneto” von Tegethoff annuncia la vittoria contro l’italica flotta unitaria, gli equipaggi rispondono gettando in aria i berretti ed esultando con il grido “San Marco! San Marco!”

Mi piace segnalare per i cultori della veneticità, che permea la nostra appartenenza di Lagunari alla Serenissima, che le cronache menzionano di un certo Vincenzo Vianello da Pellestrina detto “Gratton”, timoniere dell’ammiraglia “Ferdinand Max”, che manovrò con tale maestria da infilarsi con lo sperone nel ventre dell’ammiraglia unitaria “Re d’Italia” che poco dopo affondò; il Vianello ricevette per la sua valentìa, la medaglia d’oro imperiale.

Altra medaglia d’oro andò al suo coadiutore al timone, certo Tomaso Penso da Chioggia al quale il von Tegethoff si rivolge durante i fatti, con al celeberrima frase “…daghe dosso, Nino, che la ciapemo!” (vagli addosso, Nino, che la prendiamo).

Dunque Lissa viene richiamata nel nostro inno, perché questo nostro inno è l’inno del Battaglione San Marco anni ‘30., preso di sana pianta, sostituite frasi che avevano attinenze con il governo del momento, con altre meno “segnate” ideologicamente, quindi corretto e rivisto ed assegnato al neocostituendo “Settore Forze Lagunari”.

(N.d.r.: i due inni da confrontare nel loro fraseggio, sono consultabili sulla Home Page del nostro sito e compresi nel comparto “Inni”; con leggere imprecisioni per l’attuale perché la partitura musicale prevede alla fine, non uno come si è usi fare molte volte, ma ben due ritornelli “San Marco, San Marco, non c’importa se si muor…" e prima o poi qualcuno in A.L.T.A. dovrà segnalare ufficialmente queste chiamiamole così amorevolmente per amor di corpo, "imprecisioni").

Tornando alle cronache storiche e come ben immaginiamo, questo succede per due motivi: primo perché il Btg. San Marco parte integrante del Settore, apporta il “suo” inno ed i Lagunari lo fanno proprio, secondo perché come ben si sa, gli Stati Maggiori, per certe cose, non brillano ne di fantasia e ne di voglia di applicarsi su questioni per loro “secondarie” come un’inno di reparto.

Da considerare anche che il ripresentato Btg. San Marco nei primi anni ’60, adotta un altro inno che poi sarebbe il loro primo che racconta dell’epopea del 15/18: “Noi vedevam, Ogni mattin splendere d’or, Tutta Trieste al nuovo sol…”

Quindi per Lissa si deve ragionar così: vittoria della Marina Austro-Veneta, Marina Austro-Veneta uguale Serenissima intesa come Stato; Stato Veneto quindi Serenissima uguale San Marco; San Marco da il nome al Battaglione Marina a difesa di Venezia nel 15/18: il Btg. San Marco si fonde con il Settore Forze Lagunari ed i Lagunari quindi il Rgt. Lagunari Serenissima adottano l’inno del Btg. San Marco.

Vediamo ora Premuda.

La data del 10 giugno, giorno dei fatti di Premuda, è stata scelta dalla Marina Militare Italiana, per datare la propria festa di Forza Armata.

Cosa ci racconta la vicenda di Premuda ed anche in questo caso, che attinenze ci sono tra la località dalmata e l’inno dei Lagunari?

Nella data sopraccitata del 1918, il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, già M.O.V.M. per aver affondato nel porto di Trieste la corazzata “Wien”, parte dal porto di Ancona dove avevano base alcuni Mas (velocissime motosiluranti d’assalto), per una normale azione di rastrellamento con il suo Mas 15.

Solo per fortuito caso, Egli venne ad incrociare la flotta Austriaca composta da ben due corazzate, un cacciatorpediniere e sei torpediniere, che stava muovendo dal Porto di Pola (località che continua ad avere grande importanza strategica in Adriatico), verso il Canal d’Otranto.

Premuda era località davanti alla quale il Mas 15 doveva svolgere rastrellamento ricognitivo su possibili disposizione minate.

L’occasione per il Rizzo apparve tanto ghiotta quanto fortunata e come sappiamo nelle tradizioni marinare, le superstizioni ed i presagi sono tenuti in gran conto, si che il nostro organizza seduta stante un programmino che sfocerà in una delle azioni più gratificanti della Marineria militare italiana nella Prima Guerra Mondiale.

Con grande perizia e coraggio immenso, il Mas 15, riesce ad infiltrarsi ed “ammollare” un siluro nella carena della corazzata “Santo Stefano”, orgoglio della Marina Austriaca, ed il colosso misaramente affonderà subito dopo.

Il Comandante Luigi Rizzo fu insignito di una seconda M.O.V.M.

Il Mas 15 diviene cimelio sacro alla Patria ed ora si trova al Vittoriano di Roma.

Premuda e i Lagunari?

Anche qui il ragionamento e simile a quello sopra fatto per Lissa: Premuda uguale Marina Militare, Marina Militare uguale a Btg. San Marco, Inno del San Marco “rivisto e trasferito per simbiosi” alle componenti del “Settore Forze Lagunari”.

Diciamo con buona pace di tutti, che anche se afflitto da molte incongruenze e favorito da imprevedibili concomitanze e combinazioni, a prescindere dai richiami storici, questo inno è bellissimo e per il solo fatto che si richiama a San Marco ed i Suoi Leoni, è già cosa più che sufficiente per essere noi Lagunari estremamente orgogliosi d’averlo, e convintissimi di non cambiarlo mai.

San Marco!

Lagunare Dino Doveri.

 

Ringraziamenti al Socio Fondatore dell’A.L.T.A. Lagunare Livio Pietrasanta, per avermi dato la possibilità di fruire dei suoi vasti ed ordinatissimi archivi bibliografici.

 

  
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