I Centenari della Grande Guerra
I Cento anni. Per qualcuno un
traguardo, un arrivo, per altri un inizio, per altri una noiosità con
questi centenari che in tutta la zona dell’Altopiano di Asiago,
Massiccio del Grappa, Valle del Piave, sono un continuo ricordare gesti
eroici nella tragicità e morte, riproposti grazie a figuranti storici,
con scene di conquiste e perdite di monti, valli, terre nostre! Certo
una consistente parte del popolo italiano non sa di cosa si parla e dove
si trovino questi luoghi. Per altri una scocciatura non poter fare un
giro in montagna e lungo il fiume Sacro alla Patria, quando ci si trova
nel mezzo di una cerimonia inerente ad un centenario. Poi se ti
intrufoli nel corteo e lo segui fino al luogo dove si rende onore a un
“qualcosa” successo cento anni fa, vedi che ci sono più persone di
quello che pensavi , con associazioni Civili e d’Arma e ti rendi conto
che ne valeva la pena “partecipare”. Ora la voglia di conoscere sembra
si stia risvegliando grazie alla sensibilità di alcuni insegnanti e la
complicità di varie associazioni d’Arma, organizzando lezioni di storia,
sull’ambiente, sulla fauna con gite su ora bellissimi luoghi, ma cento
anni fa drammatici. Tra tutte queste cerimonie per il Centenario, ce n’è
una “particolare“ perché ricorda una festa. La festa della “IV Armata”,
l’Armata del Grappa, così definita dal suo nuovo comandante nell’aprile
del 1918, il Generale Gaetano Giardino.
Il gruppo culturale XXIV Agosto per il "
CENTENARIO DELLA CANZONE DEL GRAPPA "
Costituito nell’ottobre del 2015 da persone attive a
livello culturale e appassionate di storia locale, si è prodigato nel
rievocare quello che per Rosà fu un grande evento ma che da più
generazioni di rosatesi, era ormai dimenticato vuoi perché non trasmesse
ai nipoti, vuoi per lo straordinario sviluppo socio economico e il
relativo incremento demografico con l’arrivo di nuovi nuclei famigliari
“foresti”. Si voleva far rivivere al territorio quella giornata di cento
anni fa, ognuno si è dato da fare secondo le proprie possibilità nel
tempo libero, più di qualcuno sacrificando giorni di lavoro. Partita
come una manifestazione quasi di quartiere, man mano che i mesi
passavano si concretizzava in un ben più impegnativo avvenimento. Avuto
il patrocinio del Comune di Rosà e il via libera con “ l’affido al
gruppo dell’organizzazione “ da parte del sindaco, si cominciava a
contattare per informare dell’iniziativa più persone e personalità, enti
locali, provinciali, regionali e “romane”. Rimasta però una pia
illusione pensare ad un interesse nazionale per questo centenario, ci
siamo concentrati nel coinvolgere le città che gravitano attorno al
Monte Grappa maggiormente toccate nella Grande Guerra, chiedendo il
Patrocinio alle relative giunte comunali. Tutti i 35 Comuni invitati
hanno con entusiasmo aderito, si sono aggiunte anche le città di
Belluno, Treviso e Vicenza. Sono state contattate anche tutte le
associazioni civili e d’Arma di Rosà a partecipare. Queste ultime hanno
contattato altre sezioni d’Arma dei paesi limitrofi. Poi con la
distribuzione di brochure informative per questo centenario in occasioni
di altre commemorazioni e raduni d’Arma, c’è stato un crescente
interesse a voler essere protagonisti. Era nostra intenzione comunque
rievocare una festa, quindi il fattore più importante della
manifestazione era un concerto musicale che certo non trascurava qualche
marcia tipicamente militare dell’epoca ma che potesse spaziare in inni
di fratellanza e arie liriche con cantante soprano e coro. Non
trascurando nell’organizzare una esposizione di decine di fotografie
d’epoca inedite di quel giorno, dando con queste informazioni senz’altro
valore culturale dell’avvenimento. Anche l’esposizione del pianoforte
dove il Meneghetti compose la musica della Canzone del Grappa poteva
incuriosire ancor più il pubblico. La cosa cominciava ad essere più
grande di quello che si pensava ma l’entusiasmo e la preoccupazione con
l’avvicinarsi del fatidico giorno dava spazio al desiderio di un sogno
che poteva realizzarsi.
24 Agosto 2018 CENTO ANNI DOPO
L’ammassamento era alle ore 17,00, si iniziava con
l’arrivo prima spaurito di qualche persona con labaro e bandiera, poi
con il passare dei minuti lo spazio antistante il municipio cominciava a
riempirsi e con l’arrivo di gruppi di Associazioni Civili e d’Arma nel
breve tempo di mezz’ora tutta Piazza della Serenissima era occupata.
Persone e Personalità affluivano, sezioni d’Arma anche lontane a cui
avevo dato mesi or sono le brochure, erano presenti come rappresentanza:
il Comando Forze Operative Nord di Padova rappresentato dal Maggiore
Pietro De Franceschi, l’Arma dei Carabinieri con il Luogotenente Roberto
Maglio comandante la Stazione Carabinieri di Rosà, la Guardia di Finanza
con il vice comandante la Compagnia di Bassano del Grappa, per la
Regione Veneto l’assessore Giuseppe Pan. Sono arrivati da Livorno alcuni
ex sottufficiali del “9° Reggimento Paracadutisti Incursori” con il loro
Labaro, lagunari dell’Alta
Padovana e da Venezia, da Padova il Gruppo “Brigata Basilicata 91°e 92°
reggimento fanteria ”, Fanti d’Arresto dalla
Lombardia e alta padovana, carristi da Verona, bersaglieri da Roma con
le Sezioni locali, sezioni dei Fanti della zona nelle cui sezioni sono
iscritti genieri, artiglieri, autieri, trasmissioni, lancieri, carristi,
paracadutisti , il presidenti dei Fanti della provincia di Vicenza,
della regione Veneto e con il presidente nazionale da Brescia, i gruppi
alpini della zona con il presidente della sezione di Bassano, più un
gruppo arrivato da Bremo, Bergamo , alcuni gruppi storici che facevano
da cornice, l’Associazione del Nastro Azzurro…. Praticamente un po’
tutte a rappresentare le Associazioni d’Arma Italiane, più gruppi dei
quartieri e contrade di Rosà, Aido, Protezione Civile e tanti altri. Con
rammarico mancavano gli esponenti istituzionali da Vicenza a
rappresentare lo Stato. Saluti militari, strette di mano, sorrisi
compiaciuti di vedersi così numerosi radunati per un qualcosa che si
percepiva essere grande. Il cerimoniere avvertendo tutti che a breve
sarebbe cominciata la cerimonia invitava a mettersi in ordine, cosa
fatta in breve tempo con lo schieramento della Banda Monte Grappa in
primis. Dopo un breve saluto del Sindaco la cerimonia ha inizio. Dopo
l’Alza Bandiera e gli Onori ai Caduti, si dava seguito ad una
predisposizione alla sfilata, nonostante una leggera pioggia cominciasse
a cadere, nessuno si ritirava dallo sfilamento, fieri di essere
protagonisti. Una volta iniziata al suono di “ Parata di Eroi “ della
Banda si percorreva il chilometro e ottocento metri che separavano
l’entrata al Parco di villa Dolfin. All’ingresso del parco alcuni
soldati in uniforme storica accoglievano un corteo di 500 persone, tra i
vialetti del parco altri figuranti in uniforme storica indirizzavano il
percorso da fare, l’emozione era grande, la proprietà stessa di villa
Dolfin rimaneva sorpresa di questa coreografia, con gruppi storici,
bandiere , labari e il pubblico che seguivano dava nel contesto del
parco una vitalità unica. Il corteo proseguiva fino all’ingresso della
padronanza nel cortile antistante la villa, nell’esatto posto dove
arrivò il Re con tutto lo staff al seguito. I gruppi in ordine si
pongono negli appositi spazi; i sindaci di Galliera Veneta , Cartigliano
e Rosà coinvolti cento anni fa e ora protagonisti espongono con un breve
discorso i fatti di allora, poi il presidente nazionale dei Fanti Gianni
Stucchi fa il suo intervento: “stiamo dando onore ad un monumento
nazionale che non si vede ma c’è e non smetteremo di ricordarlo nei
secoli..”, seguirono poi il presidente nazionale dei Bersaglieri
Gen. Ottavio Renzi e in rappresentanza del presidente dell’ANA la
sezione di Bassano degli alpini sig. Giuseppe Rugolo. Nella mezz’ora di
pausa programmata, si dava invito per un piccolo buffet di benvenuto e
la possibilità di visionare la mostra fotografica inedita con documenti
e reperti d’epoca: vedere che si era negli stessi posti, riconoscendo le
forme architettoniche dove ci si poteva fotografare era come tornare
indietro nel tempo, nell’agosto del 1918 villa Dolfin protagonista vide
il massimo delle Autorità del Regno d’Italia. Curiosità, ma anche
interesse per i più attenti era vedere il pianoforte dove fu composta la
Canzone del Grappa con a fianco la foto del compositore Cap. Antonio
Meneghetti. Alle ore 21,00 con gioco di luci che
illuminavano angoli della villa, la Banda Monte Grappa e il Coro
Improvviso, si presenta un fantomatico Capitano in uniforme da Ardito
che con una certa enfasi esorta tutto il pubblico, musicisti, coristi
autorità a cantare la Canzone del Grappa. Tutti si alzano in piedi ed ad
un cenno del maestro del coro cominciano a cantare la prima strofa della
canzone: Monte Grappa tu sei la mia Patria... Dire che è stato
emozionante non basta.
CONCERTO DELLA BANDA MONTE GRAPPA PER IL CENTENARIO
DELLA CANZONE DEL GRAPPA
Dalle note musicali della
Marcia Reale e dalle voci si delineavano canzoni dell’epoca
opportunamente elaborate con filmati d’epoca relativi a glorie, speranze
ma più di tutto di fratellanza, si sono alternate canzoni di montagna e
opere come l’Ave Maria di Robert Prizeman, l’Inno alla Gioia di
Beethoven l’Inno della Fratellanza di Philippe Rombi cantata da voce
soprano, con tutto il pubblico attento e sorpreso da così tanta
professionalità. Perfino la luna ad un certo punto spuntò dal cielo
tonda , bella, pareva che anche lei volesse essere protagonista della
serata per ascoltare l’inedita canzone “ Rosa Rosà” commissionata per
l’occasione al maestro compositore Mario Lanaro su versi di Silvano
Bordignon, che raccontano la sorte tragica e d’amore di quattro persone
legate a Rosà nella Grande Guerra. Alla fine in sintonia Banda Monte
Grappa e il Coro Improvviso eseguivano la Canzone del Grappa. Coronavano
la serata il rinnovo del Patto di Amicizia di Rosà con le gemellate
Città di Schallstadt, Germania, e La Crau, Francia, i ringraziamenti
alla Proprietà di villa Dolfin-Boldù, negli eredi Pedrotti-Cantele, il
grazie alle 1200 persone presenti in una serata unica nel suo genere nel
commemorare un centenario della Grande Guerra: commemorazione fatta
nella forma più nobile e comunicativa che il genere umano abbia. LA
MUSICA.
Enrico Bordignon