Marzo 2007
NASSIRIYA LA VERA STORIA
con due interviste esclusive ad Arturo Parisi e Antonio Martino
di LAO PETRILLI & VINCENZO SINAPI
«I Draghi» / ISBN 978-88-7180-642-6 / pagg. 272 / euro 19,00 / inserto fotografico
«Abbiamo sentito le pallottole sopra la testa che facevano ding, rimbalzando sul mezzo. Abbiamo sparato migliaia di colpi e non si faceva in tempo nemmeno a ricaricare le armi. Era il primo giorno e siamo andati avanti così, senza fermarci, per ore. E poi il giorno dopo, lo stesso. Mi sono chiesto se ero capitato all’inferno.»
Un Sergente dei Lagunari
Nella provincia irachena del Dhi Qar, la provincia controllata dai militari italiani, si registrò, a un certo punto, un attentato al giorno. In particolare, ci furono «ottantaquattro attacchi di ogni tipo tra maggio e novembre» 2006, cioè a missione quasi conclusa e nonostante la «relativa tranquillità spacciata in Italia».
È una delle rivelazioni su Antica Babilonia contenute in Nassiriya. La vera storia, il primo libro scritto a operazione conclusa. Il volume, che esce in questi giorni, scritto dai giornalisti Lao Petrilli e Vincenzo Sinapi, contiene anche interviste esclusive ad Arturo Parisi, il ministro della Difesa che ha riportato i soldati a casa, e ad Antonio Martino, in carica quando venne deciso di dare il via alla missione. «Il 19 luglio dello scorso anno esplosero tre bombe nell'arco di poche ore e in un raggio di appena venti chilometri, il 22 agosto 2 morti e 2 feriti in un convoglio saltato su un ordigno». E poi i razzi. «Tallil, una base piena zeppa di americani, fu presa particolarmente di mira […]. Questi i fatti. Tre missili da 107 millimetri vennero lanciati contro l’aeroporto e i suoi compound il 19 maggio. Poi si passò a due pezzi da 122 millimetri, sparati il 15 luglio. Quattro giorni dopo, una pioggia di fuoco esplicitò a tutti che qualcosa stava cambiando, se non era già cambiato nell’intensità dell’offensiva della guerriglia: furono addirittura 12 i razzi di grosso calibro sparati contro Tallil, bersagliata successivamente il 9 agosto, il 29 agosto, il 2 settembre (con 5 razzi), il 12 e il 19 di ottobre. Colpi di mortaio caddero poi su Camp Cedar II, una base vicino allo scalo. Accadde in almeno due occasioni, il 12 luglio e il 4 di ottobre». Nel libro si ripercorrono i tre anni e mezzo di Antica Babilonia, dall'arrivo dei soldati a Nassiriya all'attentato del 12 novembre del 2003, dalle odissee dei bimbi malati portati in Italia alle battaglie dei ponti. Gli autori, documenti inediti alla mano, ne contano tre. L'ultima tra il 5 e il 6 agosto del 2004. Scrivono: «queste carte provano senza ombra di dubbio» che «è stata combattuta una vera battaglia per impedire ai “ribelli” di riconquistare i ponti di Nassiriya. La terza battaglia dei ponti c’è stata, eccome. Basta considerare il numero dei colpi sparati dalla task force Serenissima – 42.601, un diluvio di fuoco – e le diagnosi degli unici sei militari feriti – trauma acustico – per avere un’idea di cosa è successo». Fra le altre notizie rese note da Nassiriya, la vera storia c’è anche la vicenda del «primo iracheno ucciso per mano italiana. Si chiamava Anaya Ruscid e aveva 42 anni». Fu ammazzato il 7 settembre 2003, pochi mesi dopo l’arrivo del contingente italiano, durante degli incidenti avvenuti nello stadio di Nassiriya dove era in corso il pagamento degli stipendi ai militari del disciolto esercito iracheno: un giovane caporalmaggiore siciliano, sentitosi in pericolo, lo allontanò con la canna del fucile. Che però era carico e senza sicura. Un colpo centrò al collo Ruscid che morì poco dopo. In primo grado il Gip militare condannò il soldato ad otto mesi di reclusione per omicidio colposo, ma in appello è stato assolto per aver agito «legittimamente» a difesa del proprio mezzo. Nel libro viene anche raccontata la crisi di Al Bathà, che rischiò di mettere a repentaglio il timing del rientro del contingente italiano, attivissimo in quelle ore dell'agosto del 2006, se, come affermano Petrilli e Sinapi, la cittadina irachena «è ripetutamente sorvolata a bassa quota da due Mangusta, bestioni dotati di missili filoguidati e di mitra da 20 millimetri. Una quick reaction force blindocorazzata italiana con due schieramenti di Dardo è visibilmente pronta a entrare in azione». Era un'operazione contro la rivolta di alcuni irriducibili sadristi che, dopo giorni di tensione altissima, trascorsi a mitra spianati, si concluse con alcune vittime tra gli iracheni e l'accordo con uno sceicco, raggiunto dopo una trattativa condotta dal SISMI.
dal libro, in anteprima stampa Capitolo 5 Le battaglie dei ponti […] 5-6 agosto 2004 «Della terza battaglia dei ponti pochi ne parlano, perché si dice che sia stata meno cruenta: un «problema» risolto in 24 ore. Da qualcuno viene derubricata come semplice scaramuccia. Solo scontri di poco conto. Quella notte tra il 5 e il 6 agosto viene ricordata per un singolo episodio, quello dell’ambulanza che sarebbe stata fatta saltare in aria dagli italiani. Cosa è successo davvero? Per capirlo occorre prima raccontare il contesto in cui è avvenuto («alle 3,25») quel fatto. Ci aiuta un documento che solo ora salta fuori da qualche cassetto: si chiama Relazione tecnico-disciplinare ed è il rapporto scritto a caldo dal comandante dei lagunari su quegli scontri. Nella relazione non compare mai la parola ambulanza, ma minuto per minuto viene ricostruito tutto ciò che è successo – il contesto, appunto – in quella notte infernale. Al di là del fatto specifico, quello che queste carte provano senza ombra di dubbio è che pure in quel caso è stata combattuta una vera battaglia per impedire ai «ribelli» di riconquistare i ponti di Nassiriya. La terza battaglia dei ponti c’è stata, eccome. Basta considerare il numero dei colpi sparati dalla task force Serenissima – 42.601, un diluvio di fuoco – e le diagnosi degli unici sei militari feriti – trauma acustico – per avere un’idea di cosa è successo. La terza battaglia dei ponti viene dunque ricostruita in ogni sua azione in questo rapporto finora riservato, scritto tre giorni dopo gli scontri dal colonnello Emilio Motolese, comandante della task force Serenissima. Il linguaggio è tecnico, ma forse proprio per questo enfatizza ancora di più la drammaticità degli eventi. Vittime tra gli iracheni? «Dei miliziani si contano almeno quattro morti», c’è scritto. TASK FORCE SERENISSIMA COMANDO WHITE HORSE (IRAQ), LI 9 AGO. 2004 OGGETTO: Relazione tecnico-disciplinare del CTE della task force Serenissima in merito all’attacco a fuoco occorso dal giorno 5 agosto ’04 al 6 agosto ’04 in località AN NASIRIYAH (IRAQ) EVENTO ACCADUTO Descrizione sintetica dell’evento Dal giorno 5 al 6 ago. ’04, in località AN NASIRIYAH, lungo la riva meridionale del fiume Eufrate, si è verificato l’attacco a fuoco in oggetto. Generalità del personale coinvolto nell’evento Gruppo Tattico rinforzato della task force Serenissima. Topografia del luogo Località città di AN NASIRIYAH (IRAQ), lungo la riva meridionale del fiume Eufrate. Condizioni meteorologiche e grado di visibilità Tempo: Bello, visibilità buona nelle ore diurne, ridotta nelle ore notturne per l’oscurità. CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI E DESCRIZIONE DEGLI EVENTI SALIENTI Giovedì 5 agosto ’04 Alle ore 19,06 del 5 agosto 2004 il comando dell’ITALIAN JOINT TASK FORCE «IRAQ», ordinava di intervenire lungo la LOC (Line of Communication) «APPIA» in supporto a una unità Rumena verso la quale si stavano dirigendo circa 20 miliziani armati con armi portatili e RPG. La task force Serenissima, inviava sul punto di coordinate 38R PV 2500 2800 un dispositivo a livello compagnia per effettuare uno strong point [avamposto]. Alle ore 20,15 il dispositivo giungeva sul posto iniziando a fermare le auto giudicate sospette che transitavano in quella zona. Alle ore 20,30, su ordine del comando IT JTF IRAQ, il citato dispositivo veniva spostato in direzione di AN NASIRIYAH, nei pressi dell’incrocio in coordinate 38R PV 2090 3190 denominato W1, al fine di monitorizzare la situazione e controllare eventuale movimento di personale armato. Alle ore 20,45 la Sala Operativa della task force Serenissima veniva informata dal TOC dell’IT JTF IRAQ che a seguito informazioni ritenute attendibili, possibili disordini in AN NASIRIYAH avrebbero avuto come obiettivo la Local Police. Alle ore 21,25, in seguito alla massiccia presenza di miliziani nella zona dei ponti «Alfa», «Bravo» e «Charlie» in AN NASIRIYAH, il Comandante dell’IT JTF , dopo aver consultato il Comandante della task force Serenissima al fine di dirimere gli ultimi dubbi sulle modalità da adottare, dava ordine di attuare la seconda fase del FRAGO n. […] Operazione «HIP HOP». Tale FRAGO prevedeva lo schieramento di un Gruppo Tattico rinforzato nella zona Sud di AN NASIRIYAH a ridosso dei tre ponti al fine di mantenere il controllo delle rotabili principali della città e impedire il controllo da parte dei miliziani. Alle ore 21,42 le unità della task force Serenissima iniziavano il movimento verso le rispettive zone di schieramento ultimandolo alle ore 22,42. Le forze sul terreno erano così disposte: – il complesso su base 3ª Compagnia, comandato dal Ten. Giacomo MASSAROTTO, era schierato in prossimità del ponte «Alfa», occupando anche la ex base di LIBECCIO; – il complesso su base X Compagnia, comandato dal Cap. Domenico SERMON, in prossimità del ponte «Bravo»; – il complesso su base 5ª Compagnia, comandato dal Cap. Giovanni TEREBINTO, schierato in prossimità della passerella pedonale tra il ponte «Bravo» e «Charlie»; – il complesso su base 2ª Compagnia, comandato dal Cap. Claudio GUASCHINO, schierato in prossimità del ponte «Charlie»; – il complesso su base 1ª Compagnia, comandato dal Cap. Marco LICARI, schierato a tergo del dispositivo; – le unità del 3° Squadrone di Cavalleria comandate dal Ten. Danilo PANICCIA, a presidio dell’incrocio in T9, punto nevralgico per i rifornimenti dell’intero dispositivo. Il posto comando tattico del dispositivo, con il Comandante di Battaglione era schierato nei pressi del Campo delle Parate, mentre il comando del gruppo tattico con il Comandante della task force, si trovava nei pressi del ponte «Alfa» all’interno dell’ex base LIBECCIO. Inoltre presso il compound di WHITE HORSE un plotone della Compagnia Mortai con tre mortai THOMPSON da 120 mm. Durante la fase di dispiegamento del dispositivo la 3ª Compagnia veniva fatta segno a fuoco con bombe da mortaio e armi leggere nei presi del ponte «Alfa». La 2ª e la 5ª Compagnia venivano attivate con armi automatiche e RPG lungo l’itinerario che portava alla loro posizione e in particolare in prossimità della sede della Local Police. Al termine del dispiegamento del dispositivo venivano svelate diverse sorgenti di fuoco avversarie lungo tutto l’argine Nord del fiume Eufrate interessando tutto il fronte del dispositivo in movimenti differenti. Il dispositivo rispondeva al fuoco con tiro mirato e selettivo nei confronti di quelle sorgenti di fuoco che si riuscivano a individuare. Alle ore 23,40, a seguito di richiesta da parte delle unità sul campo, veniva sparata dalla base di WHITE HORSE una bomba da mortaio da 120 mm illuminante, con lo scopo di svelare altre postazioni nemiche a Nord dei ponti, non visibili altrimenti neanche mediante visori notturni o camere termiche. Alle ore 23,58, a seguito dell’autorizzazione ricevuta da parte del comando IT JTF , si procedeva all’eliminazione di sorgenti di fuoco nemiche mediante colpi di Blindo Centauro in quanto le postazioni si trovavano dietro fortificazioni non altrimenti raggiungibili. Venerdì 6 agosto 2004 Alle ore 00,26 del 6 agosto 2004, a seguito dei reiterati attacchi avversari veniva sparata un’altra bomba illuminante sempre allo scopo di svelare altre postazioni nemiche. Alle ore 00,30, a seguito della sopraggiunta possibilità di impiegare 3 veicoli VCC Dardo, tratti dalla riserva della IT JTF IRAQ, quest’ultimi venivano posizionati rispettivamente 2 sull’ex base LIBECCIO e in prossimità del ponte «Bravo», al fine di garantire una più efficace cornice di sicurezza al dispositivo. Alle ore 00,36, a seguito di ricognizione di unità eliportate a Nord del fiume, non venivano riscontrati movimenti di miliziani. Alle ore 00,56 il Comandante della task force comunicava che in prossimità del ponte «Alfa», dopo un breve momento di sospensione dei combattimenti, era ripreso il fuoco avversario con mortai e mitragliatrici 14,5 mm e armi portatili. Alle ore 1,05 veniva richiesto l’intervento del fuoco massiccio di tutte le unità in quanto il fuoco nemico aumentava sensibilmente. Per permettere l’individuazione delle postazioni nemiche veniva anche sparata una bomba da mortaio illuminante. Alle ore 1,15 il personale in coordinate 38R PV 1600 3400, veniva fatto segno a fuoco di armi automatiche e ha risposto in maniera proporzionata all’attacco facendolo cessare. Alle ore 1,45, a cura della compagnia comando e supporto logistico della task force Serenissima veniva effettuato il primo rifornimento in area d’operazione di viveri e munizioni. Alle ore 1,50 in prossimità dei Complessi 3ª e X Compagnia esplodevano alcuni colpi da mortaio e le postazioni venivano raggiunte dal fuoco di armi portatili e di reparto. Il personale della task force Serenissima rispondeva al fuoco con armi di Reparto e individuali. Alle ore 02,05 veniva effettuata una ricognizione con elicotteri sulla zona dei combattimenti senza raccogliere informazioni particolari. Alle ore 3,25 il Complesso minore su base 2ª Compagnia, disposto in prossimità del ponte «Charlie», veniva attivato da colpi provenienti da un mezzo civile che transitava lungo il ponte verso le sue posizioni. All’alt intimato dai militari, accompagnato da colpi di avvertimento, il mezzo non si fermava e il dispositivo rispondeva prontamente alla minaccia aprendo il fuoco con armi di Reparto causando l’esplosione del mezzo, il quale verosimilmente conteneva esplosivo. Alle ore 3,58 le unità della task force sono state ingaggiate con colpi d’arma da fuoco provenienti da un’abitazione 200 m a Ovest del ponte «Bravo». Anche in questo caso a seguito della risposta a fuoco la fonte è stata neutralizzata. Alle 4,25 un furgone in transito sul ponte «Charlie» (PV 207 343) direzione sud non si fermava all’alt dei militari, i quali aprivano il fuoco con armi portatili. Non si è riuscito a stimare il numero degli occupanti del furgone e quanti di loro sono rimasti feriti. Alle ore 6,15 le unità della task force distaccate presso l’ex base di LIBECCIO venivano fatte segno a fuoco con RPG e armi automatiche. La minaccia, proveniente dalla sede del partito del 15° SHABAN, veniva neutralizzata con fuoco di armi individuali e di Reparto. Alle ore 6,20 il Complesso minore su base X Compagnia veniva attaccato con mortai e ha risposto con armi portatili e di Reparto. Alle ore 7,10 venivano ultimate le barricate sul ponte «Charlie» al fine di impedirne l’attraversamento veloce. Alle ore 7,13, accompagnata da alcuni colpi di mortai caduti nelle vicinanze del ponte «Alfa», una vettura cercava di attraversare il ponte nonostante i colpi di avvertimento sparati dal personale della task force Serenissima. A seguito del fuoco mirato la vettura rimasta bloccata sul ponte e il personale ferito veniva soccorso da un’ambulanza locale. Alle ore 7,20 riprendevano le attività a fuoco con RPG e armi portatili sia sul ponte «Alfa» sia sul ponte «Charlie» provocando la risposta dell’unità della task force. Alle ore 7,28 in prossimità della sponda nord del ponte «Charlie» veniva neutralizzata una postazione RPG con armi controcarro. Alle ore 8,10 gli elicotteri effettuavano una ricognizione su AN NASIRIYAH e non riscontravano nessuna novità. Alle ore 8,17 giungevano dalla sede di WHITE HORSE i rifornimenti di viveri e munizioni. Alle ore 9,55 la task force Serenissima veniva fatta segno a fuoco nei pressi del ponte «Alfa» e nei pressi di LIBECCIO. Il dispositivo rispondeva a fuoco con armi portatili e di Reparto. Durante l’attacco non si sono riscontrati né feriti né danni ai mezzi. Alle ore 11,55 vengono udite due esplosioni a est del ponte «Bravo», presumibilmente colpi da mortaio; non si sono riscontrati né feriti né danni. Alle ore 14,00 è avvenuto uno scambio di colpi di arma da fuoco sul ponte «Bravo» che ha coinvolto sia il personale a ridosso del ponte «Bravo» sia il personale disposto a difesa dell’ex base LIBECCIO. Il fuoco proveniente da alcuni miliziani nascosti in un palmeto, veniva reso inoffensivo a seguito dell’intervento di armi individuali e di Reparto da parte del personale della task force. Alle 14,20 i miliziani presenti tra il ponte «Alfa» e il ponte «Bravo» effettuavano con armi portatili fuoco contro le unità della tf le quali rispondevano al fuoco. Alle ore 15,30 da nord del ponte «Bravo» venivano sparati due colpi di mortaio caduti a Sud del dispositivo della tf non causando danni a persone e a mezzi. Alle 15,35 da nord del ponte «Alfa» veniva esploso un colpo di mortaio; le unità della TF hanno aperto il fuoco con un panzerfaust contro le unità nemiche. Alle ore 15,40 è stato esploso un altro colpo di mortaio sempre da Nord in direzione del ponte «Alfa». Alle ore 16,25 sono stati sparati da Nord sia in prossimità del ponte «Alfa» sia in prossimità del ponte «Bravo» molti colpi di armi portatili e altri due colpi di mortaio giunti in prossimità di «ANIMAL HOUSE». Il personale della TF rispondeva al fuoco con armi portatili e di Reparto. Alle ore 17,57, su ordine del comando dell’IT JTF IRAQ il dispositivo della TF… [parole illeggibili nel documento, ma presumibilmente «tornava alla base», N.d.A.] COLPI SPARATI DALL’UNITÀ DELLA TASK FORCE SERENISSIMA Durante lo scontro a fuoco sono stati sparati i seguenti colpi: – n. 36 nastri da 250 Cal. 7,62 NOT, di cui 33 in carico al Contingente e 3 dotazione di Reparto; – n. 137 nastri da 100 colpi Cal. 12,7 PIT, di cui 85 in carico al Contingente e 52 dotazione di Reparto; – n. 2336 Cal. 5,56 ordinari, di cui 551 in carico al Contingente e 1785 dotazione di Reparto; – n. 573 colpi Cal. 5,56 traccianti, in carico al Contingente; – n. 84 nastri da 200 colpi Cal. 5,56 NOT, di cui 70 in carico al Contingente e 14 dotazione di Reparto; – n. 15 Panzerfaust DM 22 60 mm in carico al Contingente; – n. 8 CC 120 illuminanti, in carico al Contingente; – n. 13 CC 105/51 HESH, in carico al Contingente; – n. 102 granate da 40 mm HE-DP, in carico al Contingente; – n. 4 bombe da fucile illuminanti, in carico al Contingente; – n. 8 colpi Cal. 3,38 LP, dotazione di Reparto; – n. 29 bombe da fucile AMC LUCHERE, dotazione del Rgt. S. Marco; – n. 13 granate da 40 mm HE-DP X AV7, in carico al Contingente. DANNI SUBITI Personale: Durante il conflitto a fuoco, a causa dell’esplosione dei colpi sparati, il seguente personale riportava [i nomi dei militari feriti vengono riportati solo con le iniziali, N.d.A.]: – Serg. F.D.A. effettivo all’8° Rgt Bersaglieri e comandato alla TF Serenissima per l’Operazione Antica Babilonia, «trauma acustico con ipoacusia», con prognosi di guarigione di gg. 7 (sette) salvo complicazioni; – C.le Magg. Sc. M.E. effettivo all’8° Rgt. Bersaglieri e comandato alla TF Serenissima per l’Operazione Antica Babilonia, «trauma acustico orecchio destro» con prognosi di guarigione gg. 3 (tre) salvo complicazioni; – C.le Magg. Sc. G.R. effettivo alla TF Serenissima «trauma acustico lieve dell’orecchio sinistro» con prognosi di guarigione di gg. 7 (sette) salvo complicazioni; – C.le Magg. Sc. T.F. effettivo alla TF Serenissima «trauma acustico» con prognosi di guarigione di gg 3 (tre) salvo complicazioni; – 1° C.le Magg. A.P. effettivo all’8° Rgt. Bersaglieri e comandato alla TF Serenissima per l’Operazione Antica Babilonia, «esiti emorragia congiuntivale, trauma acustico bilaterale» con prognosi di guarigione gg. 3 (tre) salvo complicazioni; – 1° C.le Magg. R.D.N. effettivo alla tf Serenissima «trauma acustico» con prognosi di guarigione di gg 7 (sette) salvo complicazioni. Dei miliziani si contano almeno 4 morti. Mezzi: Nessuno. Armamenti: Nessuno. CONCLUSIONI In merito all’evento in oggetto: sentito il personale direttamente interessato all’attacco a fuoco; espletati gli accertamenti del caso e nella considerazione che: – lo schieramento del Gruppo Tattico rinforzato nella zona Sud di AN NASIRIYAH era stato disposto dal C.do IT JTF IRAQ in CAMP MITTICA in seguito alla massiccia presenza di miliziani nella zona dei ponti «Alfa», «Bravo» e «Charlie»; – le unità dei lagunari sono state sottoposte a fuoco da bombe da mortaio e armi leggere nei pressi del ponte «Alfa» e successivamente con armi automatiche e RPG; – il dispositivo ha risposto prontamente e proporzionalmente all’offesa, utilizzando armi individuali e di reparto con tiro mirato e selettivo nei confronti delle sorgenti di fuoco nemico. Inoltre durante l’attacco si era reso necessario l’utilizzo di bombe da mortaio illuminanti da 120 mm per svelare altre postazioni nemiche, non visibili mediante visori notturni o camere termiche; – l’utilizzo dei colpi di Blindo Centauro erano necessari poiché le sorgenti di fuoco nemiche si trovavano anche dietro le fortificazioni non altrimenti raggiungibili; – l’intervento del fuoco massiccio di tutte le unità della task force Serenissima era indispensabile in quanto il fuoco nemico era aumentato sensibilmente; – durante l’attacco sono state messe in atto tutte le procedure tecnico tattiche che la situazione imponeva; infatti la precisione e la scelta oculata e ponderata dell’impiego dei sistemi «arma in dotazione», ha permesso di effettuare un’azione di fuoco mirata e selettiva per consentire a tutto il Gruppo Tattico di assolvere il compito assegnatogli; – il personale si è attenuto a una disciplina corretta del fuoco; – l’impiego delle armi è stato effettuato nella piena legittimità e nel rispetto assoluto delle Regole d’Ingaggio. Per quanto sopra, non ravvisando alcuna responsabilità diretta o indiretta a carico del personale interessato, ritengo di definire l’evento senza alcun provvedimento disciplinare. In merito all’evento in esame è stato effettuato inoltre in data 8 agosto 2004 la comunicazione all’Autorità Giudiziaria Militare competente (Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di ROMA) e alla Procura della Repubblica presso il tribunale Ordinario di ROMA. ALLEGATI: la cartina della località dell’attacco a fuoco e i referti medici dei militari feriti. IL COMANDANTE DELLA TASK FORCE Col. f. (Lag.) t. ISSAI Emilio MOTOLESE indice dell’opera 9 Nota degli autori 11 Elenco delle abbreviazioni NASSIRIYA, LA VERA STORIA 17 Prologo 19 1. È Babilonia 31 2. La doppia faccia del Dhi Qar 41 3. Anaya Ruscid, ammazzato per sbaglio 49 4. La bomba 69 5. Le battaglie dei ponti 101 6. L’ambulanza 111 7. I seggi di Nassiriya 131 8. Caccia al tesoro della terra di Abramo 137 9. Il tenente e la bambina 147 10. Bersaglieri, terzo turno a Nassiriya 151 11. Dalle armate Brancaleone alle nuove forze di sicurezza irachene 159 12. La potente arma del messaggio 165 13. Li volevano bruciare vivi 175 14. Suq ash Shuyukh la ribelle 181 15. L’Iraqi Army prende corpo 187 16. Razzi, bombe e raid mai detti 199 17. Tampa Shield e l’Operazione Itaca 207 18. Che cosa lasciamo agli iracheni? 221 19. La bandiera al presidente 223 Interviste ad Arturo Parisi e ad Antonio Martino 245 Cronologia
dal libro, in anteprima stampa Capitolo 5 Le battaglie dei ponti […] 5-6 agosto 2004 «Della terza battaglia dei ponti pochi ne parlano, perché si dice che sia stata meno cruenta: un «problema» risolto in 24 ore. Da qualcuno viene derubricata come semplice scaramuccia. Solo scontri di poco conto. Quella notte tra il 5 e il 6 agosto viene ricordata per un singolo episodio, quello dell’ambulanza che sarebbe stata fatta saltare in aria dagli italiani. Cosa è successo davvero? Per capirlo occorre prima raccontare il contesto in cui è avvenuto («alle 3,25») quel fatto. Ci aiuta un documento che solo ora salta fuori da qualche cassetto: si chiama Relazione tecnico-disciplinare ed è il rapporto scritto a caldo dal comandante dei lagunari su quegli scontri. Nella relazione non compare mai la parola ambulanza, ma minuto per minuto viene ricostruito tutto ciò che è successo – il contesto, appunto – in quella notte infernale. Al di là del fatto specifico, quello che queste carte provano senza ombra di dubbio è che pure in quel caso è stata combattuta una vera battaglia per impedire ai «ribelli» di riconquistare i ponti di Nassiriya. La terza battaglia dei ponti c’è stata, eccome. Basta considerare il numero dei colpi sparati dalla task force Serenissima – 42.601, un diluvio di fuoco – e le diagnosi degli unici sei militari feriti – trauma acustico – per avere un’idea di cosa è successo. La terza battaglia dei ponti viene dunque ricostruita in ogni sua azione in questo rapporto finora riservato, scritto tre giorni dopo gli scontri dal colonnello Emilio Motolese, comandante della task force Serenissima. Il linguaggio è tecnico, ma forse proprio per questo enfatizza ancora di più la drammaticità degli eventi. Vittime tra gli iracheni? «Dei miliziani si contano almeno quattro morti», c’è scritto.
TASK FORCE SERENISSIMA COMANDO WHITE HORSE (IRAQ), LI 9 AGO. 2004 OGGETTO: Relazione tecnico-disciplinare del CTE della task force Serenissima in merito all’attacco a fuoco occorso dal giorno 5 agosto ’04 al 6 agosto ’04 in località AN NASIRIYAH (IRAQ) EVENTO ACCADUTO Descrizione sintetica dell’evento Dal giorno 5 al 6 ago. ’04, in località AN NASIRIYAH, lungo la riva meridionale del fiume Eufrate, si è verificato l’attacco a fuoco in oggetto. Generalità del personale coinvolto nell’evento Gruppo Tattico rinforzato della task force Serenissima. Topografia del luogo Località città di AN NASIRIYAH (IRAQ), lungo la riva meridionale del fiume Eufrate. Condizioni meteorologiche e grado di visibilità Tempo: Bello, visibilità buona nelle ore diurne, ridotta nelle ore notturne per l’oscurità. CRONOLOGIA DEGLI AVVENIMENTI E DESCRIZIONE DEGLI EVENTI SALIENTI Giovedì 5 agosto ’04 Alle ore 19,06 del 5 agosto 2004 il comando dell’ITALIAN JOINT TASK FORCE «IRAQ», ordinava di intervenire lungo la LOC (Line of Communication) «APPIA» in supporto a una unità Rumena verso la quale si stavano dirigendo circa 20 miliziani armati con armi portatili e RPG. La task force Serenissima, inviava sul punto di coordinate 38R PV 2500 2800 un dispositivo a livello compagnia per effettuare uno strong point [avamposto]. Alle ore 20,15 il dispositivo giungeva sul posto iniziando a fermare le auto giudicate sospette che transitavano in quella zona. Alle ore 20,30, su ordine del comando IT JTF IRAQ, il citato dispositivo veniva spostato in direzione di AN NASIRIYAH, nei pressi dell’incrocio in coordinate 38R PV 2090 3190 denominato W1, al fine di monitorizzare la situazione e controllare eventuale movimento di personale armato. Alle ore 20,45 la Sala Operativa della task force Serenissima veniva informata dal TOC dell’IT JTF IRAQ che a seguito informazioni ritenute attendibili, possibili disordini in AN NASIRIYAH avrebbero avuto come obiettivo la Local Police. Alle ore 21,25, in seguito alla massiccia presenza di miliziani nella zona dei ponti «Alfa», «Bravo» e «Charlie» in AN NASIRIYAH, il Comandante dell’IT JTF , dopo aver consultato il Comandante della task force Serenissima al fine di dirimere gli ultimi dubbi sulle modalità da adottare, dava ordine di attuare la seconda fase del FRAGO n. […] Operazione «HIP HOP». Tale FRAGO prevedeva lo schieramento di un Gruppo Tattico rinforzato nella zona Sud di AN NASIRIYAH a ridosso dei tre ponti al fine di mantenere il controllo delle rotabili principali della città e impedire il controllo da parte dei miliziani. Alle ore 21,42 le unità della task force Serenissima iniziavano il movimento verso le rispettive zone di schieramento ultimandolo alle ore 22,42. Le forze sul terreno erano così disposte: – il complesso su base 3ª Compagnia, comandato dal Ten. Giacomo MASSAROTTO, era schierato in prossimità del ponte «Alfa», occupando anche la ex base di LIBECCIO; – il complesso su base X Compagnia, comandato dal Cap. Domenico SERMON, in prossimità del ponte «Bravo»; – il complesso su base 5ª Compagnia, comandato dal Cap. Giovanni TEREBINTO, schierato in prossimità della passerella pedonale tra il ponte «Bravo» e «Charlie»; – il complesso su base 2ª Compagnia, comandato dal Cap. Claudio GUASCHINO, schierato in prossimità del ponte «Charlie»; – il complesso su base 1ª Compagnia, comandato dal Cap. Marco LICARI, schierato a tergo del dispositivo; – le unità del 3° Squadrone di Cavalleria comandate dal Ten. Danilo PANICCIA, a presidio dell’incrocio in T9, punto nevralgico per i rifornimenti dell’intero dispositivo. Il posto comando tattico del dispositivo, con il Comandante di Battaglione era schierato nei pressi del Campo delle Parate, mentre il comando del gruppo tattico con il Comandante della task force, si trovava nei pressi del ponte «Alfa» all’interno dell’ex base LIBECCIO. Inoltre presso il compound di WHITE HORSE un plotone della Compagnia Mortai con tre mortai THOMPSON da 120 mm. Durante la fase di dispiegamento del dispositivo la 3ª Compagnia veniva fatta segno a fuoco con bombe da mortaio e armi leggere nei presi del ponte «Alfa». La 2ª e la 5ª Compagnia venivano attivate con armi automatiche e RPG lungo l’itinerario che portava alla loro posizione e in particolare in prossimità della sede della Local Police. Al termine del dispiegamento del dispositivo venivano svelate diverse sorgenti di fuoco avversarie lungo tutto l’argine Nord del fiume Eufrate interessando tutto il fronte del dispositivo in movimenti differenti. Il dispositivo rispondeva al fuoco con tiro mirato e selettivo nei confronti di quelle sorgenti di fuoco che si riuscivano a individuare. Alle ore 23,40, a seguito di richiesta da parte delle unità sul campo, veniva sparata dalla base di WHITE HORSE una bomba da mortaio da 120 mm illuminante, con lo scopo di svelare altre postazioni nemiche a Nord dei ponti, non visibili altrimenti neanche mediante visori notturni o camere termiche. Alle ore 23,58, a seguito dell’autorizzazione ricevuta da parte del comando IT JTF , si procedeva all’eliminazione di sorgenti di fuoco nemiche mediante colpi di Blindo Centauro in quanto le postazioni si trovavano dietro fortificazioni non altrimenti raggiungibili. Venerdì 6 agosto 2004 Alle ore 00,26 del 6 agosto 2004, a seguito dei reiterati attacchi avversari veniva sparata un’altra bomba illuminante sempre allo scopo di svelare altre postazioni nemiche. Alle ore 00,30, a seguito della sopraggiunta possibilità di impiegare 3 veicoli VCC Dardo, tratti dalla riserva della IT JTF IRAQ, quest’ultimi venivano posizionati rispettivamente 2 sull’ex base LIBECCIO e in prossimità del ponte «Bravo», al fine di garantire una più efficace cornice di sicurezza al dispositivo. Alle ore 00,36, a seguito di ricognizione di unità eliportate a Nord del fiume, non venivano riscontrati movimenti di miliziani. Alle ore 00,56 il Comandante della task force comunicava che in prossimità del ponte «Alfa», dopo un breve momento di sospensione dei combattimenti, era ripreso il fuoco avversario con mortai e mitragliatrici 14,5 mm e armi portatili. Alle ore 1,05 veniva richiesto l’intervento del fuoco massiccio di tutte le unità in quanto il fuoco nemico aumentava sensibilmente. Per permettere l’individuazione delle postazioni nemiche veniva anche sparata una bomba da mortaio illuminante. Alle ore 1,15 il personale in coordinate 38R PV 1600 3400, veniva fatto segno a fuoco di armi automatiche e ha risposto in maniera proporzionata all’attacco facendolo cessare. Alle ore 1,45, a cura della compagnia comando e supporto logistico della task force Serenissima veniva effettuato il primo rifornimento in area d’operazione di viveri e munizioni. Alle ore 1,50 in prossimità dei Complessi 3ª e X Compagnia esplodevano alcuni colpi da mortaio e le postazioni venivano raggiunte dal fuoco di armi portatili e di reparto. Il personale della task force Serenissima rispondeva al fuoco con armi di Reparto e individuali. Alle ore 02,05 veniva effettuata una ricognizione con elicotteri sulla zona dei combattimenti senza raccogliere informazioni particolari. Alle ore 3,25 il Complesso minore su base 2ª Compagnia, disposto in prossimità del ponte «Charlie», veniva attivato da colpi provenienti da un mezzo civile che transitava lungo il ponte verso le sue posizioni. All’alt intimato dai militari, accompagnato da colpi di avvertimento, il mezzo non si fermava e il dispositivo rispondeva prontamente alla minaccia aprendo il fuoco con armi di Reparto causando l’esplosione del mezzo, il quale verosimilmente conteneva esplosivo. Alle ore 3,58 le unità della task force sono state ingaggiate con colpi d’arma da fuoco provenienti da un’abitazione 200 m a Ovest del ponte «Bravo». Anche in questo caso a seguito della risposta a fuoco la fonte è stata neutralizzata. Alle 4,25 un furgone in transito sul ponte «Charlie» (PV 207 343) direzione sud non si fermava all’alt dei militari, i quali aprivano il fuoco con armi portatili. Non si è riuscito a stimare il numero degli occupanti del furgone e quanti di loro sono rimasti feriti. Alle ore 6,15 le unità della task force distaccate presso l’ex base di LIBECCIO venivano fatte segno a fuoco con RPG e armi automatiche. La minaccia, proveniente dalla sede del partito del 15° SHABAN, veniva neutralizzata con fuoco di armi individuali e di Reparto. Alle ore 6,20 il Complesso minore su base X Compagnia veniva attaccato con mortai e ha risposto con armi portatili e di Reparto. Alle ore 7,10 venivano ultimate le barricate sul ponte «Charlie» al fine di impedirne l’attraversamento veloce. Alle ore 7,13, accompagnata da alcuni colpi di mortai caduti nelle vicinanze del ponte «Alfa», una vettura cercava di attraversare il ponte nonostante i colpi di avvertimento sparati dal personale della task force Serenissima. A seguito del fuoco mirato la vettura rimasta bloccata sul ponte e il personale ferito veniva soccorso da un’ambulanza locale. Alle ore 7,20 riprendevano le attività a fuoco con RPG e armi portatili sia sul ponte «Alfa» sia sul ponte «Charlie» provocando la risposta dell’unità della task force. Alle ore 7,28 in prossimità della sponda nord del ponte «Charlie» veniva neutralizzata una postazione RPG con armi controcarro. Alle ore 8,10 gli elicotteri effettuavano una ricognizione su AN NASIRIYAH e non riscontravano nessuna novità. Alle ore 8,17 giungevano dalla sede di WHITE HORSE i rifornimenti di viveri e munizioni. Alle ore 9,55 la task force Serenissima veniva fatta segno a fuoco nei pressi del ponte «Alfa» e nei pressi di LIBECCIO. Il dispositivo rispondeva a fuoco con armi portatili e di Reparto. Durante l’attacco non si sono riscontrati né feriti né danni ai mezzi. Alle ore 11,55 vengono udite due esplosioni a est del ponte «Bravo», presumibilmente colpi da mortaio; non si sono riscontrati né feriti né danni. Alle ore 14,00 è avvenuto uno scambio di colpi di arma da fuoco sul ponte «Bravo» che ha coinvolto sia il personale a ridosso del ponte «Bravo» sia il personale disposto a difesa dell’ex base LIBECCIO. Il fuoco proveniente da alcuni miliziani nascosti in un palmeto, veniva reso inoffensivo a seguito dell’intervento di armi individuali e di Reparto da parte del personale della task force. Alle 14,20 i miliziani presenti tra il ponte «Alfa» e il ponte «Bravo» effettuavano con armi portatili fuoco contro le unità della tf le quali rispondevano al fuoco. Alle ore 15,30 da nord del ponte «Bravo» venivano sparati due colpi di mortaio caduti a Sud del dispositivo della tf non causando danni a persone e a mezzi. Alle 15,35 da nord del ponte «Alfa» veniva esploso un colpo di mortaio; le unità della TF hanno aperto il fuoco con un panzerfaust contro le unità nemiche. Alle ore 15,40 è stato esploso un altro colpo di mortaio sempre da Nord in direzione del ponte «Alfa». Alle ore 16,25 sono stati sparati da Nord sia in prossimità del ponte «Alfa» sia in prossimità del ponte «Bravo» molti colpi di armi portatili e altri due colpi di mortaio giunti in prossimità di «ANIMAL HOUSE». Il personale della TF rispondeva al fuoco con armi portatili e di Reparto. Alle ore 17,57, su ordine del comando dell’IT JTF IRAQ il dispositivo della TF… [parole illeggibili nel documento, ma presumibilmente «tornava alla base», N.d.A.] COLPI SPARATI DALL’UNITÀ DELLA TASK FORCE SERENISSIMA Durante lo scontro a fuoco sono stati sparati i seguenti colpi: – n. 36 nastri da 250 Cal. 7,62 NOT, di cui 33 in carico al Contingente e 3 dotazione di Reparto; – n. 137 nastri da 100 colpi Cal. 12,7 PIT, di cui 85 in carico al Contingente e 52 dotazione di Reparto; – n. 2336 Cal. 5,56 ordinari, di cui 551 in carico al Contingente e 1785 dotazione di Reparto; – n. 573 colpi Cal. 5,56 traccianti, in carico al Contingente; – n. 84 nastri da 200 colpi Cal. 5,56 NOT, di cui 70 in carico al Contingente e 14 dotazione di Reparto; – n. 15 Panzerfaust DM 22 60 mm in carico al Contingente; – n. 8 CC 120 illuminanti, in carico al Contingente; – n. 13 CC 105/51 HESH, in carico al Contingente; – n. 102 granate da 40 mm HE-DP, in carico al Contingente; – n. 4 bombe da fucile illuminanti, in carico al Contingente; – n. 8 colpi Cal. 3,38 LP, dotazione di Reparto; – n. 29 bombe da fucile AMC LUCHERE, dotazione del Rgt. S. Marco; – n. 13 granate da 40 mm HE-DP X AV7, in carico al Contingente. DANNI SUBITI Personale: Durante il conflitto a fuoco, a causa dell’esplosione dei colpi sparati, il seguente personale riportava [i nomi dei militari feriti vengono riportati solo con le iniziali, N.d.A.]: – Serg. F.D.A. effettivo all’8° Rgt Bersaglieri e comandato alla TF Serenissima per l’Operazione Antica Babilonia, «trauma acustico con ipoacusia», con prognosi di guarigione di gg. 7 (sette) salvo complicazioni; – C.le Magg. Sc. M.E. effettivo all’8° Rgt. Bersaglieri e comandato alla TF Serenissima per l’Operazione Antica Babilonia, «trauma acustico orecchio destro» con prognosi di guarigione gg. 3 (tre) salvo complicazioni; – C.le Magg. Sc. G.R. effettivo alla TF Serenissima «trauma acustico lieve dell’orecchio sinistro» con prognosi di guarigione di gg. 7 (sette) salvo complicazioni; – C.le Magg. Sc. T.F. effettivo alla TF Serenissima «trauma acustico» con prognosi di guarigione di gg 3 (tre) salvo complicazioni; – 1° C.le Magg. A.P. effettivo all’8° Rgt. Bersaglieri e comandato alla TF Serenissima per l’Operazione Antica Babilonia, «esiti emorragia congiuntivale, trauma acustico bilaterale» con prognosi di guarigione gg. 3 (tre) salvo complicazioni; – 1° C.le Magg. R.D.N. effettivo alla tf Serenissima «trauma acustico» con prognosi di guarigione di gg 7 (sette) salvo complicazioni. Dei miliziani si contano almeno 4 morti. Mezzi: Nessuno. Armamenti: Nessuno. CONCLUSIONI In merito all’evento in oggetto: sentito il personale direttamente interessato all’attacco a fuoco; espletati gli accertamenti del caso e nella considerazione che: – lo schieramento del Gruppo Tattico rinforzato nella zona Sud di AN NASIRIYAH era stato disposto dal C.do IT JTF IRAQ in CAMP MITTICA in seguito alla massiccia presenza di miliziani nella zona dei ponti «Alfa», «Bravo» e «Charlie»; – le unità dei lagunari sono state sottoposte a fuoco da bombe da mortaio e armi leggere nei pressi del ponte «Alfa» e successivamente con armi automatiche e RPG; – il dispositivo ha risposto prontamente e proporzionalmente all’offesa, utilizzando armi individuali e di reparto con tiro mirato e selettivo nei confronti delle sorgenti di fuoco nemico. Inoltre durante l’attacco si era reso necessario l’utilizzo di bombe da mortaio illuminanti da 120 mm per svelare altre postazioni nemiche, non visibili mediante visori notturni o camere termiche; – l’utilizzo dei colpi di Blindo Centauro erano necessari poiché le sorgenti di fuoco nemiche si trovavano anche dietro le fortificazioni non altrimenti raggiungibili; – l’intervento del fuoco massiccio di tutte le unità della task force Serenissima era indispensabile in quanto il fuoco nemico era aumentato sensibilmente; – durante l’attacco sono state messe in atto tutte le procedure tecnico tattiche che la situazione imponeva; infatti la precisione e la scelta oculata e ponderata dell’impiego dei sistemi «arma in dotazione», ha permesso di effettuare un’azione di fuoco mirata e selettiva per consentire a tutto il Gruppo Tattico di assolvere il compito assegnatogli; – il personale si è attenuto a una disciplina corretta del fuoco; – l’impiego delle armi è stato effettuato nella piena legittimità e nel rispetto assoluto delle Regole d’Ingaggio. Per quanto sopra, non ravvisando alcuna responsabilità diretta o indiretta a carico del personale interessato, ritengo di definire l’evento senza alcun provvedimento disciplinare. In merito all’evento in esame è stato effettuato inoltre in data 8 agosto 2004 la comunicazione all’Autorità Giudiziaria Militare competente (Procura Militare della Repubblica presso il Tribunale Militare di ROMA) e alla Procura della Repubblica presso il tribunale Ordinario di ROMA. ALLEGATI: la cartina della località dell’attacco a fuoco e i referti medici dei militari feriti. IL COMANDANTE DELLA TASK FORCE Col. f. (Lag.) t. ISSAI Emilio MOTOLESE
indice dell’opera 9 Nota degli autori 11 Elenco delle abbreviazioni
NASSIRIYA, LA VERA STORIA 17 Prologo 19 1. È Babilonia 31 2. La doppia faccia del Dhi Qar 41 3. Anaya Ruscid, ammazzato per sbaglio 49 4. La bomba 69 5. Le battaglie dei ponti 101 6. L’ambulanza 111 7. I seggi di Nassiriya 131 8. Caccia al tesoro della terra di Abramo 137 9. Il tenente e la bambina 147 10. Bersaglieri, terzo turno a Nassiriya 151 11. Dalle armate Brancaleone alle nuove forze di sicurezza irachene 159 12. La potente arma del messaggio 165 13. Li volevano bruciare vivi 175 14. Suq ash Shuyukh la ribelle 181 15. L’Iraqi Army prende corpo 187 16. Razzi, bombe e raid mai detti 199 17. Tampa Shield e l’Operazione Itaca 207 18. Che cosa lasciamo agli iracheni? 221 19. La bandiera al presidente 223 Interviste ad Arturo Parisi e ad Antonio Martino 245 Cronologia
Gli autori Lao Petrilli è nato a Roma nel 1971 e lavora a Rds Radio Dimensione Suono dal 1994. Ricopre il ruolo di anchor e di editor, cura rubriche speciali, segue da inviato le crisi dei Balcani e dell’Afghanistan, e si reca molte volte in Iraq. Fra le collaborazioni annoveriamo quelle con l’Ansa, «La Stampa», «Il Riformista», «Il Tempo» e con il gruppo americano CE Incorporated. Per le edizioni Memori ha pubblicato Embedded, a caccia di terroristi con i marines. Nel 2005 ha vinto il premio giornalistico Città di Salerno. Vincenzo Sinapi è nato nel 1963 ed è caposervizio alla redazione Cronache Italiane dell’Ansa. Dopo essersi occupato per quasi un decennio di inchieste giudiziarie e grandi processi, dal 1998 ha iniziato a scrivere di difesa e di sicurezza: articoli, reportage e saggi, dall’Italia, ma soprattutto dall’estero. Ha seguito i militari italiani in tutte le missioni, da Timor Est ai Balcani, dall’Afghanistan all’Iraq, paese in cui – nei tre anni e mezzo di durata di «Antica Babilonia» – si è recato per 15 volte.
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