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rassegna stampa  
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STELLETTE IN GONDOLA

 

Il 9 aprile scorso s’è tenuto un incontro-convegno-conferenza presso il Circolo Ufficiali di Roma, in Via XX Settembre.

Temi:

I LAGUNARI NELLA DIFESA DEL BASSO PIAVE FINO AI GIORNI D’OGGI”, a cura del Gen.D.r. Antonio Assenza;

I LAGUNARI NELLE OPERAZIONI MODERNE”, a cura del C.te dei Lagunari, Col. Luigi Chiapperini.

 

PREMESSA:

 

L’evento ha fatto seguito ad una S. Messa celebrata due giorni prima, nella Chiesa di S. Maria in Trastevere, in ricordo del Capitano dei Lagunari Massimo Ficuciello, scomparso a Nassiriya in quel giorno maledetto del 12 novembre di 5 anni fa insieme ad altri 15 Carabinieri, 1 Maresciallo della Brigata Sassari e a 2 operatori della TV.

Massimo, Figlio del Nostro Alberto e di Mamma Berta, che è un po’ Mamma di ognuno di Noi (però solo di quelli di buona volontà ……………), non è estraneo al nostro mondo.

Noi, matti del dovere e dell’impegno, ci ritroviamo in questo umile Eroe che non è pago delle sue numerose esperienze nella professione civile; che aveva girato mezzo mondo dietro Papà Alberto, che “Comandava” in mezza Europa da una parte all’altra; che non si ferma dietro gli impegni di un mestiere “civile” nella Finanza Internazionale (era tra l’altro, “in primis”, padrone della lingua Inglese)e che trova le ore nella pratica sportiva, fino a raggiungere il vertice nazionale della propria categoria nella tecnica di lotta “aikido”.

Non pago di tanto daffare, mentre aveva raggiunto una discreta posizione professionale in un istituto Finanziario, vuole tornare a correre nella vita dell’avventura.

Quale migliore opportunità se non quella di tornare fra le stellette e girare il mondo per offrire il suo ardore e, senza ancora saperlo, forse!, per offrirsi “fino in fondo”.

Dove andare se non dove c’era un forte spirito di corpo?

Si confida con “Mamma Berta”, che gli parla solo di quel foular rosso vermiglio con l’oro del Leone di San Marco.

Presto detto, il Tenente Massimo Ficuciello ritorna a salutare Alberto, Mamma Berta e il fratello prima di andare in Iraq.

 

Qualche giorno dopo era fermo davanti alla jeep, vicino al Maresciallo della Brigata Sassari Silvio Olla, pronto per accompagnare due giornalisti in un reportage nella città di Nassiriya.

 

Ecco che vira di scatto un mezzo pesante per entrare in quel maledetto recinto, non tanto veloce però da farlo sbandare o cappottare.

D’intuito e tempestivamente Massimo e Silvio scaricano tutti i colpi dell’arma in dotazione su quella bomba movente.

Il lampo accecante li avvolge e cancella il tempo che pietosamente li risparmia del dolore del corpo.

 

Frazioni di un milionesimo di secondo, quella mattina del 12 novembre del 2003, per partire volando nel cielo che sopra di noi incombe, per non farci dimenticare che la Storia di Eroi e di Martiri non va archiviata con bollettini amministrativi che ne registrano la scadenza; non va usata per sbrodolarci addosso inutili ambizioni di cultura; non è proprietà di pochi per finalità protagoniste nelle concioni private; non è merce che sfrutta emozioni e sofferenze mascherate di solidarietà per accrescere il numero di clientele e di amicizie d’occasione.

Persino politiche.

 

 

I  LAGUNARI:

 

Così è la storia di tanti Lagunari, dalle ultime vicende che per il Gen. Assenza partono dal 1870 in poi e non dalle guerre del ‘500 di Cavalieri crociati contro Califfi e Sultani.

Scoperti ed esaltati nella difesa del Piave, un po’ “Genieri” ed un po’ Artiglieri e soccorso civile.

Sempre pronti e audaci nel silenzio dell’umiltà, ma terribili nello scontro e nell’improvvisazione nei teatri di fuoco.

 

Caustico e pungente si svolge l’intervento del Gen. Assenza, per restituire dignità autentica e non retorica ai suoi Lagunari.

Salvo il finale interrotto con lacerante debolezza alla commozione, quando accenna agli Eroi caduti nell’”Antica Babilonia”, Massimo Ficuciello e Matteo Vanzan, e all’assegnazione della massima ricompensa alla Bandiera del “Suo” Reggimento di Lagunari.

 

 

LE UNITÀ ANFIBIE DELL’ESERCITO, OGGI:

 

Alle parole del Gen. Assenza fa seguito l’intervento del Col. Luigi Chiapperini.

Meno scarno ma con cedimenti all’enfasi storicistica nella ricerca della genesi dei suoi uomini: i primi Lagunari risalirebbero, scusandosi con il Gen. Assenza che ascolta in silenzio guardando nell’aria, alle Crociate sorte per contrastare i feroci Saladini.

Piccolo,il Comandante Lagunare, dal fisico “bonzai” che grida “panzai” all’assalto e in testa al Reggimento, capelli “alla Papallo”, il nostro mitico tosatore di Cortile Piccolo di 50anni fa che poi lasciò forbici e rasoi ad altri barbitonsori.

 

“Il Chiapperini”:  petto di nastrini e aquile fino alla spallina di Comandante, cioè fin su la clavicola sinistra: tra poco, se continuano a mandarlo in missioni di peacekeeping, quella serie variegata di nastrini “alla Missoni” gireranno oltre la spalla per scivolare sulla schiena!

E poi più in basso!

 

Le ultime decorazioni?

La Medaglia d’Argento al Valore dell’Esercito Libanese e la Medaglia d’Onore dell’Esercito Francese per le operazioni in Libano.

 

Non gli tremo davanti quando scatta sull’attenti, col saluto imperioso sul basco gridando “Colonnello Luigi Chiapperini, Comandante del Reggimento Lagunari”!

Pensava di intimorirmi, come il rito di quei militari che urlano il loro nome e parlano meccanici scandendo nome e reparto.

Ma, quel triangolino all’altezza del cuore lo aveva tradito.

Ed io, imperioso e severo, gli sbatto in faccia:

Hai pagato la quota?”.

Tentenna il bonzai-panzai.

 

Però, però: capisce il Lagunare e dopo un attimo di tentennamento, come colpito da una spingarda non vista risponde:

Certo!, ho assolto il dovere in Veneto”.

 

Pensavo a questo primo impatto dirompente di poco prima, mentre il Chiapperini sciorinava storie e descrizioni di organizzazione dei Lagunari durante le immagini di un filmato in bianco e nero misto a technicolor da cineteca intellettuale.

Combattenti, unti e sporchi, nel fango e su gommoni in mezzo a burrasche, sempre di notte, acqua fino al vento e armi sulla testa, dietro murature divelte, accompagnamento di note da discomusic con ripetitori da 30 watt dentro una Panda.

Ritmi frenetici e terribili.

Determinati e vigili nei gesti di attacchi a nemici che non si vedevano.

Ma la guerra in silenzio, l’assalto non previsto, gli scontri silenziosi notturni: quando si fanno?

Sempre il casino assordante di ritmi ancestrali di aborigeni australi!

Bboh!, ‘sta guerra moderna!

Sofferenze e stanchezza dopo scontri infiniti precedono l’immagine di un peace keeper che si sovrappone al Cavaliere Crociato: con passo lento e sicuro prende la sua spada e la porge all’accosciato Lagunare, spalle al muro, distrutto dallo scontro.

Che dovrà fare della spada?

Sostituire il mitra ultramoderno lanciamissili ormai senza cartucce di riserva?

Alzare il dardo sacro al cielo come una croce?

Ereditare e raccogliere l’onore della Storia dei Crociati?

 

Nessuna risposta al dubbio incalzante.

Nella sala del Circolo Ufficiali, Alberto Ficuciello e Mamma Berta e Sandro Ferracuti.

Luigi Chiapperini (c. 1978), Francesco Vannucchi (c. 1951) e Marco Ciampini (c. 1975), neodirettore di Rivista Militare.

Ferdinando Ferretti (c. 1952) e me medesimo (c. 1960) chiudevamo la conta degli “Ex” di quel mercoledì d’Aprile scorso.

 

……..quando quel giorno le stellette andavano in gondola!

 siminarion

 

  
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Estratto da PizzofalcoNews, 18 maggio 2008.

  
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