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Storie di lagunari

di paolo fabbro

  
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   Lagunare Paolo Fabbro

e-mail:fbpaolo@libero.it

 

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Spett.le ALTA,

sono il Lagunare Fabbro Paolo del II°74, Vi scrissi nel gennaio  2009 ed ora ho pensato di inviarVi anch'io  qualche episodio della mia naia!
Con l'occasione porgo a voi tutti i migliori auguri di buone Festività Natalizie e di un Buon 2012.
Di seguito il mio manoscritto. Un saluto a tutti Voi e sempre S.MARCO!
Lag. Fabbro Paolo


1) L'arrivo in caserma e la vestizione
Arriva il fatidico 2 agosto 1974 ,giorno in cui mi devo presentare alla caserma Matter, Battaglione Anfibio Piave 1° Compagnia Anfibia 1° Plotone incarico 30A assaltatore.
Scendo alla stazione di Mestre e vedo alcuni militari che accolgono le reclute e chiamano a raccolta chi deve presentarsi alla Matter.Dovendo recarmi anch'io in quella caserma mi accodo e  vengo fatto salire su un camion che in breve ci porta a destino.
Appena arrivato e presentati i documenti ,mi accorgo dagli sguardi che c'è qualcosa che non và e vengo invitato a recarmi dall'altra parte della Piazza d'Armi,dove ha sede il Battaglione Piave.Sì avete capito bene,erroneamente ero salito su un CM delle famigerate "c a n o e" ma fortunatamente fino a questo momento nessuno lo ha mai saputo!
Cosa potevo saperne io,misero baffo che la caserma era condivisa fra vari reparti e che noi non dovevamo avere nulla a che fare con loro?
Recatomi alle nostre palazzine,assieme ad altre reclute,veniamo accompagnati alla vestizione dove ci sommergono di varie dotazioni,divise,mimetiche,cappotti e calzature,Per me le calzature non ci sono in quanto sono alto quasi due metri e di conseguenza porto il n.47 (le uniche scarpe di cui c'è la misura sono le scarpe ginniche delle quali dubito fortemente che qualcuno sia mai riuscito ad usare). Bene, penso,mi rimanderanno a casa,senza scarpe non posso stare,ma mi sbagliavo,nei giorni successivi arrivarono anfibi di cuoio e di tela e scarponcini al cromo nero,le uniche scarpe che tardarono ad arrivare furono quelle da libera uscita e così non uscii dalla caserma per un po' di tempo.

2) L'addestramento
Comincia la fase dell'addestramento, impariamo a stare allineati,a marciare, a conoscere le armi. Il Capitano Nicola Durante promette che il primo che consumerà le suole degli anfibi andrà in licenza premio e cosi lungo le strade che girano attorno alle palazzine, ad ogni passo o cadenza,si sentono dei tremendi colpi di anfibi che sgretolano l'asfalto.
Un sabato mattina, all'adunata, il Cap. Durante ha in una mano le licenze brevi di 36 ore,e nell'altra una lista con i numeri di matricola dei nostri FAL e delle baionette, ci chiama ad uno ad uno chiedendoci le matricole,chi le sà va in licenza,chi non le sà se le vede stracciare sotto il naso. Il sabato successivo tutti avevamo imparato le relative matricole.(FAL1944856 baionetta F20758)
Arriva il giorno del Giuramento, tirati a lucido e con i guanti bianchi prestammo giuramento alla caserma Pepe al Lido. In quell'occasione il Comandante del Reggimento, Colonnello Del Carretto, nel discorso tenuto al pubblico presente,elogiando le prerogative dei Lagunari,affermò che essi sono arruolati nei vicini Distretti Militari e sono quindi tutti veneti e friulani. A riprova di questo chiese ad una recluta il suo nome;tutti si aspettavano di sentire nomi come Boscolo, Zennaro,Tiozzo, Bordin ecc. al che l'interrogato risponde: Chan Chin Tao  Sig.Colonnello. Fra tutti aveva beccato il figlio di un giapponese con la cittadinanza italiana! Un applauso dei presenti sdrammatizzò l'imbarazzo.
Nei due mesi sucessivi completammo l'addestramento recandoci nelle varie basi, Malcontenta, CàV io, Foci del Reno, ecc. Ricordo che ad ogni viaggio per Foci del Reno (a bordo dei CM con i teli tirati su per non soffocare dai gas di scarico) sulla "Romea" cantavamo a squarciagola "Romagna mia" e gli abitanti dei Paesi e dei vari "Lidi" che attraversavamo ci guardavano compiaciuti.
Ricordo la prima volta che andammo a sparare ed il Tenente Tocco Diego, con un Garand nuovo ed un solo caricatore ,spezzò in due i paletti che sostenevano una sagoma ,abbattendola! Mentre sparavamo, un Garand s'inceppò,ci venne spiegato che per rinnovare le munizioni in dotazione ai Corpi di Guardia stavamo sparando con quelle vecchie e probabilmente qualcuno aveva sfilato un proiettile, tolto della polvere e richiuso il tutto, la cartuccia riuscì a sparare ma il proiettile si fermò all'inizio della canna impedendo fortunatamente il successivo ricaricamento, se si fosse fermato un po' più avanti continuando a sparare l'arma sarebbe potuta esplodere con gravi conseguenze.
A volte sparavamo anche in caserma, nel poligono ridotto, con il fucile inglese Enfield che fu anche in dotazione ai Lagunari e che è rappresentato nel fregio
del basco e del Mao. Originariamente queste armi avevano un calibro maggiore del "canonico" 7,62 NATO,ma quelli che usavamo erano stati ricalibrati  22LR(5,6mm)e non avevano più la ripetizione, bisognava caricarli colpo dopo colpo. In quel piccolo poligono erano piacevoli da usare e con poco rinculo.
Nella nostra Compagnia, una figura di spicco era il Sergente Migheli Bachisio, ricordo che ci chiamava "lagunotteri".
Succede che per alcuni giorni non lo vediamo e tutti ipotizzano vari motivi, missioni speciali, segrete e quant'altro, al suo ritorno veniamo a sapere che era semplicemente andato in licenza, a casa sua in Sardegna, ed a conferma di ciò aveva portato una bottiglia di "filu e ferru",la grappa sarda fatta in casa ed in più aromatizzata con semi di finocchio, c'è da sperare che ne avesse degustata un po' durante la licenza perché dopo vari"assaggi" fatti dalla nostra squadra, al buon Bachisio rimase solo la bottiglia vuota.
Ripensando al fatto che nei primi mesi dormivamo nelle brande a castello mi ricordo di un episodio accaduto a un certo Destro, una notte ebbe un incubo e come poi ci raccontò, credette di essere aggredito da alcune bestie feroci e, per difendersi scalciò andando a ferirsi le palme dei piedi sui ganci che tenevano le molle della branda sovrastante, nei giorni successivi lo prendemmo un po' in giro dicendogli che era stato graffiato dagli artigli dei leoni!
Ogni dieci giorni ci veniva distribuita appunto la cosiddetta "decade" £500 giornaliere, con questa cifra mi recavo quotidianamente allo Spaccio e prendevo 1 panino con la mortadella farcito con un carciofino £150, 1birrino £100, 1 pacchetto di MS £250. Fine del budget quotidiano. Non avendo grosse esigenze,
con qualche aiuto da parte dei familiari,per le spese extra, riuscivo a vivacchiare.

3) La routine di caserma
Completato l'addestramento veniamo ripartiti fra le varie Compagnie ed una buona fetta della 1°Anfibia passaalla CCS, spaccisti, cucinieri, addetti al Circolo Ufficiali, minuto mantenimento dove passo anch'io in qualità di idraulico e così alle dipendenze del Mar.llo Pantaleo e del Serg.Serena ci ritroviamo muratori, piastrellisti, idraulici, elettricisti, imbianchini, falegnami, ecc. Per parecchi mesi abbiamo lavorato per sistemare pavimenti, serramenti, docce, gabinetti e manutenzioni varie.
Uno dei nostri compiti consisteva anche nel preparare i campi per le reclute e quindi ci recavamo spesso a Foci del Reno. Una domenica andammo in libera uscita a Casalborsetti ed al cinema vedemmo"Altrimenti ci arrabbiamo" (era già vecchio a quei tempi), all'uscita andammo in un'osteria dove ordinammo otto "ombre", cosa sono le "ombre" ci chiese l'oste e noi spiegammo che da noi si intendeva un bicchiere di vino, allora vi porto un bottiglione disse l'oste, no no,ribadimmo noi, otto bicchieri. Ora, per chi non lo sapesse, i bicchieri che usano da quelle parti sono da 1 quarto, risultato:8 quarti = 2 litri, mai fare i conti prima dell'oste!! Il vino era sangiovese ed era buono e genuino ed i bottiglioni furono più di uno, per accompagnare l'ottima piadina,ma non ci fece male, giunti alle tende lo avevamo già smaltito.
Sempre in occasione di uno di questi campi, allestite le tende, le cucine, le docce e quant'altro necessitava per l'arrivo delle reclute, ci venne dato il permesso di recarci a passare la Pasqua presso le nostre famiglie purché si fosse di ritorno entro il lunedì dell'Angelo. Non ce lo facemmo ripetere due volte e così la mattina del sabato a gruppetti di 2-3 ci incamminammo sulla "Romea" senza fare autostop, le auto si fermavano di loro iniziativa e ci caricavano volentieri.
In un'ora anziché le tre impiegate coi CM arrivammo a Mestre.

Passata la Pasqua in famiglia,il lunedì di primo pomeriggio, prendo il treno per rientrare, cambio a Ferrara e arrivo a Ravenna all'imbrunire, mezzi di trasporto non ce ne sono e così mi avvio a piedi, dopo un po' trovo un cartello stradale che indica Casalborsetti 15KM! E' ancora presto e di buon passo dovrei farcela a rientrare. Dopo un paio di chilometri comincia a piovere ed il cappotto a farsi sempre più pesante e di ripari in quella strada buia e deserta non ce ne sono. Comincio a disperare(se rientri a casa o in caserma bagnato fradicio ti puoi lavare, cambiare, mettere ad asciugare gli indumenti,ma nel mio caso sarei rientrato in una fredda ed umida tenda) quando all'improvviso una cinquecento bianca si ferma dietro di me, ci sono dentro due fidanzati, lui fa sedere la ragazza dietro e mi offre un passaggio,accetto di buon grado, durante il tragitto mi racconta che anche lui presta servizio militare, è negli Alpini in Friuli ed è del mio stesso
contingente, era a casa in licenza- Mi accompagnò fino al poligono, li ringraziai di cuore allora ed anche adesso quando ogni tanto ripenso a questo episodio.

4) La parata del 2 giugno 1975
Dopo il solito tran tran, guardie in caserma, ai forti, magazzini, ronde, guardia ai seggi ecc. finalmente una buona notizia, si và a Roma per la parata del 2 giugno. Prove allo stabilimento dell'IROM a Marghera in quanto nelle nostre caserme non c'è spazio per marciare per diciotto, modifica ai tacchi degli stivaletti di tela per renderli rumorosi,e, per la prima volta vediamo tutto il Reggimento. Viaggio per Roma con una tradotta militare partenza da Mestre alle 5 del mattino, arrivo a Roma in tarda serata , trasferimento alla Scuola di Fanteria Regina Delle Battaglie a Cesano e arrivo in nottata.
Nei giorni successivi sveglia alle 3 del mattino, partenza per l'EUR ed ancora prove, rientro in mattinata a Cesano e pomeriggi liberi per visitare Roma. Contrappello e silenzio in prima serata.
Arriva il tanto atteso 2 giugno ed il Reggimento Lagunari Serenissima viene fatto sfilare davanti ai Paracadutisti, contrariamente a quanto accadeva di solito,e bisogna dirlo, facemmo un figurone!

5) Il congedo
L'ultimo traguardo, per noi vecchi era il congedo e  durante l'estate qualcuno saliva sui platani attorno alla caserma per far cadere le foglie dimostrando così che l'autunno si avvicinava e di conseguenza anche il congedo.
Durante l'estate ,subito dopo il rancio,avevamo 2 ore di riposo pomeridiano, qualcuno si sdraiava sulla branda appoggiandosi al cubo,altri andavano nei cortili interni a chiacchierare o leggere fumetti, qualche universitario approfittava per studiare un po'.
Un certo Manzato aveva l'abitudine, nonostante il gran caldo, di disfare il cubo, preparare per bene la branda, spogliarsi mettersi il pigiama e coricarsi coprendosi per bene, al risveglio si rivestiva e risistemava in modo maniacale il cubo. Un pomeriggio ,dopo aver chiuso porte e finestre e spento le luci piazzammo 4 moccoli di candela accesi ai 4 montanti della branda del Lag. Manzato, ci sedemmo sulle vicine brande e a mani giunte cominciammo a pregare, quando il malcapitato si svegliò per poco non si prese un coccolone per la paura! Da quel giorno modificò le sue abitudini uniformandole a quelle degli altri.
Ricordo di un vecchio giradischi che avevamo in Compagnia e di soli 3 dischi: Sognando la California, Soleado, Tornerò. Questi 3 motivi si alternavano in continuazione, finché qualcuno portò un disco di Little Tony, La fine di agosto. Ma la fine di agosto non ci portò il congedo, noi speravamo di fare 12 mesi, come il contingente che ci aveva preceduto,invece entrammo nel 14°mese perché al nostro congedo rimase in forza solo il 1°75 e da quel momento in poi cominciarono gli scaglioni mensili.
Finalmente il 2 settembre 75 muniti di congedo ci accommiatammo dai Superiori e dai Commilitoni ,contenti di ritornare alla vita civile, ma nello stesso
tempo con un po' di tristezza, perché sapendolo cogliere con lo spirito giusto, questo è il più bel periodo della vita.

Lagunare Paolo FABBRO

17 dicembre 2011

 

         
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