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Come eravamo...  
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I LAGUNARI

  
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Nel quadro generale del rinnovato Esercito Italiano, che, per l’adozione di nuovi mezzi e tecniche di combattimento, ha reso necessaria una decisa revisione delle sue strutture, merita particolare attenzione il Reggimento “Lagunari”.

Chi sono costoro? Sono Fanti addestrati a combattere nelle paludi, nei canali, nelle isole, in ambienti che si rivelino tanto ardui, per la natura del terreno, da risultare inadatti all’impiego tattico delle formali unità di fanteria.

L’ultimo conflitto, portando in primo piano le operazioni anfibie, ha infatti dimostrato l’estrema pericolosità degli attacchi militari provenienti dal mare. Di qui la necessità di costituire un Corpo specializzato capace di fronteggiare, all’occorrenza, quelle infiltrazioni avversarie dal mare. Il ruolo di avamposto contro tali possibili offese è toccato alla laguna veneta, a causa delle esigenze difensive della frontiera nord orientale italiana.

“Lagunari” sono stati chiamati questi fanti che trovano la loro casa, e il loro eventuale campo di battaglia, proprio nella laguna: cioè in quei pittoreschi specchi d’acqua, separati dal mare da discontinue lingue di terra, che il fenomeno di direzione dei fiumi ha formato, durante il lungo corso dei secoli, nel tratto di costa adriatica compreso tra la foce del Po e quella dell’Isonzo.

Per questo i “Lagunari” vengono reclutati in loco, come gli alpini.

Sono tutti, o quasi tutti, autentici figli della laguna: pescatori, barcaioli, bagnini, cacciatori di palude…uomini avvezzi a lottare quotidianamente con l’elemento marino, di cui conoscono ogni segreto, ogni insidia, anche la più nascosta.

Uomini che sanno trarre dal mare la loro stessa ragione di vita e che dal mare non si lasciano sopraffare.

Di conseguenza, essi riescono ottimi soldati e degni eredi di quei “Fanti da mar” le cui origini risalgono all’epoca della gloriosa Repubblica di San Marco.

Perché i “Lagunari” vantano tradizioni antichissime, che aggiungono fama e onore ai già nobilissimi intenti del Corpo.

Fu quella milizia terrestre della “Serenissima” che si distinse nel XVI secolo, a valida difesa del Lido di Venezia.

Così, come un’altra milizia veneta, i “Cacciatori del Sile” rifulse più tardi, durante l’assedio di Venezia del 1848.

Particolare degno di menzione: il “Palazzo dei soldati”, dove furono accasermate le truppe in quella circostanza, è oggi sede del Comando del Reggimento e rappresenta, per i Lagunari, un mirabile aggancio con il passato e legittimo motivo di orgoglio.

Dopo l’Unità d’Italia, ritroviamo i Lagunari nel 1877, allorché fu costituita la quattordicesima compagnia Zappatori, successivamente trasformata in battaglione alle dipendenze del Reggimento Pontieri.

Compito principale del battaglione era di effettuare il servizio dei trasporti in laguna, funzione che si rivelò di fondamentale importanza durante la prima guerra mondiale, sia nella ritirata del Piave sia nelle successive battaglie che portarono alla indimenticabile offensiva di Vittorio Veneto.

Fu costituito, in quell’occasione l’8° Reggimento Genio Lagunari, che rese un preziosissimo aiuto alle retrovie del fronte provvedendo oltre che ai trasporti sui corsi d’acqua all’apertura di nuove vie fluviali, all’approntamento di opportuni natanti e alla partecipazione diretta ad azioni belliche vere e proprie.

Alcune compagnie si distinsero in diversi fatti d’arme meritando gli elogi del Comando Supremo.

Nell’intervallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, i “Lagunari” tornarono ad essere un battaglione alle dipendenze del 4° Reggimento Pontieri, con compiti in prevalenza tecnici.

Poi il nuovo conflitto, portando le operazioni su altri fronti lontani dalla laguna, segnò forzatamente una battuta d’arresto sull’attività di quel Corpo specializzato.

Ma fu soltanto una breve parentesi: poiché l’approntamento di notevoli aliquote di truppe da sbarco, da parte degli eserciti di molti Stati, rese indispensabile, già negli anni dell’immediato dopoguerra una pronta riorganizzazione delle unità Lagunari.

Questi, in breve, i precedenti storici del “Reggimento Lagunari Serenissima” la cui denominazione è stata giustamente scelta in ossequio e ricordo di quei valorosi “Fanti da Mar” che, a bordo delle galee veneziane, portarono vittoriosamente il nome della “Serenissima” in tutto il Mediterraneo.

Oggi i “Lagunari” costituiscono un ‘unità operativa veramente funzionale ed organica.

Ciascun battaglione è stato dotato di mezzi meccanizzati anfibi che danno possibilità di movimenti su tutti i terreni, consentono anche l’attraversamento di canali, tratti di laguna, bracci di mare; permettendo, un una parola, un’azione efficace di difesa costiera e, se necessario, operazioni terrestri secondo i procedimenti classici della comune fanteria.

Ma l’alto grado di specializzazione raggiunto dal Reggimento non sarebbe di per sé sufficiente a qualificarlo, se non fosse posta una cura tutta particolare nella selezione del personale e nel suo necessario addestramento.

Perciò, lunghissime marce su terreno paludoso, superamento di corsi d’acqua, lezioni di nuoto e di voga, manovre di agguato e di incursioni, di offesa e di difesa, uso sapiente degli esplosivi, costituiscono il quotidiano bagaglio di esercitazioni per i giovani allievi; i quali vengono in tal modo temprati ad ogni fatica, ed abituati ad un’azione dinamica, rapida e violenta, utile al raggiungimento dei particolari obiettivi del Corpo.

D’altro canto, quelle peculiari caratteristiche di aggressività e spregiudicatezza, di conoscenza profonda dell’ambiente, di attitudine spiccata al combattimento isolato, che necessariamente esalta la funzionalità ed il valore del singolo, e soprattutto la capacità di affrontare e di risolvere situazioni che si evolvono in brevissimo volgere di tempo, fanno la forza ed il merito del “Reggimento Lagunari Serenissima”, una delle più moderne unità del nostro esercito, sicuro presidio delle frontiere d’Italia delimitate dal mare.

 

  
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Estratto da Il Quadrante, 1966

Si ringrazia il Lagunare Dino Doveri per la collaborazione prestata.

  
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